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Qualche riflessione su unioni civili e adozioni

Approvata la legge sulle unioni civili, è ora di sostenere le famiglie

Egregio direttore, penso che il tema delle unioni civili non vada affrontato in modo troppo ideologizzato anche da parte dei neo proclamatisi “parlamentari cattolici”. L’unico “credo” della Repubblica non può che essere la Costituzione. Non è giusto che alcuni cittadini siano privati di diritti fondamentali a causa del loro orientamento sessuale. L’articolo 3 della Costituzione è chiaro sul punto.
Più difficile è, invece, il tema dell’adozione, che il disegno di legge Cirinnà limita alla stepchild adoption, cioè all’adozione del figlio del proprio compagno/a. Si tratta di un caso specifico che, oggi, è regolato solo per le coppie eterosessuali. Come l’autorevole costituzionalista Cesare Mirabelli, anch’io avrei preferito che la norma servisse per rivedere l’intera materia delle adozioni, poiché che la legge del 1983 non ha dato grandi risultati. Dico questo non per un “politicamente comodo” rinvio sine die della stepchild adoption; ma per avere un intervento organico nel segno, sempre e solo, dell’“interesse del minore” che deve, concretamente, prevalere in ogni situazione.
Così, se potessi vedere avverato un sogno, oltre a quello di una giusta legge sui diritti civili, vorrei vedere approvato un “codice dei diritti del minore” valevole per tutti i casi di filiazione.
Marta Giovannini,
direzione nazionale Pd

don rizzolo antonio_qPer motivi di spazio la lettera è stata sintetizzata. E la risposta sarà brevissima. Il tema delle unioni civili non va ideologizzato, ma da parte di tutti, non solo dei cattolici. Questo vale anche per la Costituzione, che all’articolo 29 parla anche dei «diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio». Mentre all’articolo 32 specifica che «la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose». Il problema è che l’Italia è il fanalino di coda in Europa per politiche familiari. D’altra parte, se è giusto regolare le unioni civili, come si distinguono dal matrimonio, se non nel nome? E allora, a che serve parlare ancora di matrimonio? Riguardo, poi, alle adozioni, il vero problema è che ci sono oggi, negli orfanotrofi italiani, 35 mila bambini, oltre ai 400 neonati abbandonati ogni anno alla nascita, mentre le adozioni nazionali sono 1.000-1.300 all’anno. Su questi temi, e sulle adozioni internazionali, il Governo finora è stato assente. Quali sono, dunque, le sue priorità?

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