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Alba-Parma, accoppiata vincente

L’INTERVISTA  Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti – uno dei volti del Movimento 5 stelle – ha incontrato ad Alba Maurizio Marello e l’assessore Fabio Tripaldi per siglare un accordo di reciproco aiuto. Parma supporterà Alba nella candidatura a “Città creativa Unesco per la gastronomia”, un titolo che vantano solo otto città nel mondo. Marello aveva già tentato l’ingresso nella lista Unesco a fine 2015, ma il dossier presentato era stato escluso in favore di quello parmense. Abbiamo incontrato Pizzarotti in Comune dopo la firma dell’accordo.

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I sindaci Marello e Pizzarotti e l’assessore di Parma Cristiano Casa.

Qual è il significato di questa “alleanza”, Pizzarotti?

«La crisi negli ultimi anni non ha sortito soltanto effetti negativi, ma ha anche mobilitato risorse. La recessione sembra aver aiutato i sindaci, i privati e la classe dirigente territoriale a crescere insieme: molte delle divisioni del passato sono svanite. Da Roma invece si tende a non favorire l’innesto di questa filosofia, si lavora in un’ottica più centralizzata (anche se l’eliminazione progressiva delle Province aiuterà e favorirà il confronto tra i sindaci). Parlando dell’accordo Parma-Alba, siamo di fronte a un classico esempio di questo “nuovo” atteggiamento collaborativo. Puntiamo all’estero e ad attrarre investitori, ma lo facciamo insieme. I rapporti strategici tra le nostre due città favoriranno lo sviluppo economico. I campanilismi e la frammentazione devono scomparire in favore di una logica integrata».

Quali sono le opportunità economiche che una simile prospettiva può offrire?

«Bisogna ammettere che il turismo da solo non può rappresentare o superare, in quanto a ricchezza creata, la parte produttiva, industriale e artigianale, di un territorio. Ma il turismo può essere il fattore che fa “innamorare” imprese e investitori esteri. Unire la tematica turistica e quella industriale è un passaggio fondamentale».

Ci faccia un esempio.

«Non possiamo pensare che chi vive a diecimila chilometri da noi conosca le nostre realtà. Immaginiamo un cinese o un americano che arriva in Italia. Per lui – abituato a mastodontiche distanze, a viaggiare centinaia di chilometri da una città all’altra – Parma e Alba potrebbero essere considerate come il medesimo agglomerato urbano, una la periferia dell’altra. Perciò la collaborazione tra le due realtà potrebbe spalancare scenari straordinari di crescita. Integrando gli sforzi comunicativi, organizzando eventi e fiere, scambiandoci contatti e presenze, unendo la Fiera internazionale del tartufo bianco al Festival del prosciutto, potremmo diventare grandi».

Lei sembra ottimista sul futuro. È così?

«Non saprei dire se sono ottimista. Quando non lo sono cerco di diventarlo. Anche in condizioni avverse dovremmo lavorare sui possibili margini d’azione, su quegli spiragli di miglioramento che sempre esistono. Questo è il nostro dovere: trovare il bello e comunicarlo agli altri, affinché il mondo lo possa conoscere e sperimentare. Ancora una volta, l’accordo tra Parma e Alba sembra rappresentare il perfetto esempio di questa filosofia».

Matteo Viberti

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