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Bianca Roagna, una donna alla guida del centro studi Beppe Fenoglio

ALBA Bianca Roagna, classe 1979, originaria di Canelli, è la nuova direttrice del centro studi Beppe Fenoglio. Laureata in storia, società e culture dell’Europa, da molto tempo porta avanti progetti culturali, di promozione e politiche giovanili tra Langhe e Monferrato. La collaborazione con il centro è iniziata nel 2014. Per qualche tempo affiancòlo storico direttore Giulio Parusso «che ancora tanto avrebbe potuto insegnarmi», ricorda Bianca.

Bianca Roagna
Bianca Roagna

Come venne in contatto con il centro studi e come affrontò la perdita di Parusso?

«Conoscevo questa realtà perché mi occupo da anni di ricerca storica e comunicazione nel campo della cultura, ma con questa opportunità ho iniziato a scoprire il vero patrimonio che l’associazione tutela. Quando Parusso ci lasciò fu un duro colpo e Margherita Fenoglio, la presidente, sostenuta dall’Assemblea dei soci, ha fatto un grande lavoro di assestamento».

Quando è stata nominata direttrice?

«La nomina è stata provvisoria e annuale per il primo periodo, perché bisognava affrontare il momento difficile ed essere rapidi. Il consiglio direttivo e alcuni amici del centro mi hanno seguita per capire, approfondire e acquisire gli strumenti per agire al meglio. Un pensiero va ad Aldo Barberis, socio fondatore, che da subito mi fece sentire la benvenuta, e pure a Enzo Demaria, Antonio Buccolo, Edoardo Borra e alla presidente».

Quali opportunità e risorse offre il centro Fenoglio?

«Ogni giorno riceviamo richieste di ricerche che riguardano gli argomenti e i personaggi che qui trovano una casa ideale. Alba e le Langhe sono un patrimonio culturale riconosciuto nel mondo. A dimostrazione di ciò le collaborazioni avute conilmondo televisivo, come la partecipazione di Rai storia o Sky, oppure la diretta su Rai uno per la trasmissione Viva l’Italia. Non mi stupisce sapere che la Nasa abbia scelto il nome di Beppe Fenoglio per intitolare un pianetino oppure che Pinot Gallizio sia protagonista di una mostra d’arte a Madrid, in uno dei musei più importanti d’Europa».

I progetti futuri?

«Il principale: continuare a essere uno scrigno della cultura. Ecco perché ci stiamo impegnando per rendere il centro sempre più aperto e disponibile alla consultazione del materiale».

Francesca Gerbi

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