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Il carcere di Alba quando riaprirà?

Tutto tace sul destino del carcere albese
Il carcere Montalto di Alba

ALBA Riunione sul carcere dal sapore agrodolce quella che si è tenuta sabato scorso, in municipio. La notizia positiva è che la casa di reclusione Montalto, sgomberata dopo i casi di legionella tra i detenuti, riaprirà.

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Lo ha assicurato il neoministro degli affari regionali, il monregalese Enrico Costa, affermando che «nemmeno per un momento si è pensato di chiuderla». Una conferma che si aggiunge a quella raccolta dai parlamentari Rabino e Monchiero con un’interrogazione presentata al ministro della giustizia Orlando.
Le parole di Costa rilasciate a Gazzetta: «Non mi sento di dare dei tempi, ma c’è la volontà politica di dare continuità alla struttura: sarebbe contradditorio non riaprirla, alla luce del fatto che è relativamente recente e che potrebbe crescere, con l’eventuale accorpamento di Fossano. Saranno i tecnici a dire quali interventi serviranno».

E quello degli interventi è l’aspetto più nebuloso. Il provveditore regionale Luigi Pagano ha spiegato che bisognerà attendere fine febbraio per conoscere nel dettaglio costi e tempi dei lavori. Ha però fatto intendere che se ci si limitasse alla bonifica, potrebbero scendere i costi (stimati in 12,2 milioni di euro) ma soprattutto i tempi, con la riapertura «almeno parziale», come ha chiesto il sindaco Maurizio Marello, che potrebbe avvenire entro il 2016.

Poco rassicurato dalle parole del provveditore, l’avvocato Roberto Ponzio ha affermato che è stato un gesto poco umano impedirgli «di partecipare agli incontri nonostante rappresenti una cinquantina di dipendenti» e che «continuano a non esserci certezze». Un tema che ha sollevato anche l’europarlamentare Alberto Cirio, il quale ha rimarcato l’importanza di fornire certezze.

Il politico azzurro, prima della riunione, ha consegnato a Costa una memoria degli ex lavoratori RotoAlba che chiedono il prepensionamento. «Ci sono degli appigli normativi che mi sono stati evidenziati: contatterò le strutture ministeriali deputate affinché ne verifichino la praticabilità. È un dovere dare risposte rapide e certe a queste persone che vivono una situazione di ansia e preoccupazione», ci ha detto il ministro.

Enrico Fonte

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