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Allevamento in crisi, si spera nel Psr

Pecore attaccate dai lupi a Murazzano

OVINI Negli Anni ’50 nelle Langhe era stimata la presenza di oltre 40 mila pecore, mentre fino al 1980 l’Assonapa (Associazione nazionale per la pastorizia) parlava di circa 15.000 capi. Oggi, gli esemplari adulti della razza autoctona delle Langhe controllati dall’Associazione regionale allevatori sono 1.707 (dati aggiornati al 31 dicembre, forniti dalla sede cuneese dell’organismo), numero che arriva a circa 2.400 se si considerano anche gli animali giovani. Si tratta di cifre che fanno capire come mai, dal 2001, la pecora delle Langhe sia stata inserita nell’elenco delle specie in via di estinzione.

pecore

Già negli anni scorsi in Alta Langa erano stati fatti tentativi per rilanciare il settore, recuperando 27 ettari di pascoli. Ora la speranza si chiama Psr, che dovrebbe aumentare i contributi da 32 a 60 euro a capo per chi alleva animali di specie in via di estinzione. Nel Piano di sviluppo rurale 2014-2020 sono previsti anche incentivi per gli insediamenti dei giovani, ma, come spiega Claudio Adami, di Paroldo, uno dei principali allevatori di ovini dell’Alta Langa e presidente del Consorzio di tutela del formaggio Murazzano Dop, «Sono pochi i giovani interessati all’allevamento. È un’attività impegnativa, serve passione, non puoi mai mollare». Inoltre, prosegue Adami, oggi nella zona l’allevamento soffre la concorrenza di attività più remunerative: «Non possiamo competere con la nocciola o la viticoltura legata alla produzione dello spumante Alta Langa Docg. Se non si arriva almeno a 5-6mila capi è inutile fare qualsiasi discorso di rilancio del settore».

Le aziende della provincia di Cuneo iscritte all’Associazione allevatori sono 27. La più grande è la Perla di Langa, di Murazzano, insediata da alcuni anni nel complesso dell’ex Cozoal, che conta su circa 600 capi. Tra i pochi giovani che si dedicano all’allevamento ci sono l’albese Alessandro Boasso e la cheraschese Arianna Marengo, che dal 2007 a Mombarcaro conducono l’azienda Amaltea allevando una settantina di pecore delle Langhe seguendo quella che, in un’intervista a Gazzetta nel settembre scorso, definirono «Una scelta di vita».

Per ridare slancio al settore si sta muovendo anche l’Associazione allevatori ovini di razza delle Langhe, nata negli Anni ’50 e che attualmente include quindici soci. «L’attività sta crescendo leggermente, ma di deve anche cercare di rilanciare il settore della carne. Gli agnelli quest’anno sono stati venduti a un prezzo ragionevole, ma in passato non era così. È necessario collaborare con i ristoratori della zona per promuovere questo prodotto», spiega Franco Allaria, del direttivo dell’Associazione. Un primo passo potrebbe essere la fiera Nduma e tastuma, in programma il 24 aprile a Murazzano, nella quale saranno proposti piatti a base di carne di pecora e alla quale sono stati invitati una quarantina di allevatori, non solo di ovini.

Lo scarso numero di capi, oltre ad aumentare il rischio di consanguineità tra gli esemplari, si ripercuote anche sulla produzione del formaggio Murazzano Dop, altro settore già in difficoltà a causa della burocrazia che spinge i produttori a puntare su formaggi simili, ma senza denominazione per avere meno scartoffie da compilare. Oggi, al Consorzio di tutela aderiscono quattro caseifici.

La pecora di razza autoctona delle Langhe non è però presente solo in provincia di Cuneo. Nel Savonese, secondo i dati dell’Associazione regionale allevatori della Liguria, ci sono circa 300 capi distribuiti su una decina di aziende. Si tratta quindi, come avviene anche in Alta Langa, di allevamenti di piccole dimensioni. In provincia di Alessandria resta iscritto un solo allevamento, a Ponzone, nell’Acquese, con circa 25 capi, mentre non è stato possibile avere i dati relativi alla provincia di Asti. Non mancano neppure gli allevamenti in altre regioni. Fino a qualche anno fa uno dei più grandi era a Gioia del Colle, in Puglia. E con una rapida ricerca su Internet se ne possono trovare in Toscana e nel Lazio. A Vaglio, in provincia di Firenze, l’azienda Il camparaiolo alleva pecore delle Langhe dal 1990. Attualmente ha una quarantina di capi e utilizza il latte per produrre formaggio..

Corrado Olocco

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