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Asti-Cuneo da 1.800 milioni

ULTIM'ORA! Iniziati a Verduno i lavori di costruzione del casello dell'Asti-Cuneo

L’INCOMPIUTA «Ultimare l’autostrada Asti-Cuneo costerà 800 milioni in più, rispetto ai 990 milioni preventivati nel piano finanziario. Il solo tunnel di Verduno ben 280 milioni di euro in più rispetto ai 220 preventivati». A comunicarlo, nell’audizione alla Commissione trasporti del Senato del 9 marzo, l’ad della concessionaria dell’Asti-Cuneo Umberto Tosoni. «I lunghi stop non sono dovuti al gruppo Gavio», ha aggiunto Tosoni, che ha lamentato un attacco mediatico, a suo dire ingiustificato. Tra le cause degli aumenti, i ritardi nell’iter approvativo dei lotti da parte del Ministero e la nuova normativa europea che prevede per antisismica e dotazioni di sicurezza in galleria, misure stringenti e onerose. La parte del leone la fa il tunnel di Verduno il cui costo è più che raddoppiato, a causa, a dire di Tosoni, dei ritardi di otto anni nell’iter organizzativo, arrivando a costare 500 milioni.

Asti-Cuneo

Il rappresentante della concessionaria ha risposto alle domande dei senatori cuneesi Michelino Davico e Patrizia Manassero. «L’Asti-Cuneo chiede un adeguamento previsto nel capitolato, lamentando entrate da pedaggi inferiori alle previsioni e accusando il Ministero di inadempienze», commenta Davico, che aggiunge: «Il nodo è il tunnel di Verduno che assorbe oltre un terzo dell’extracosto. Ho lanciato l’idea di procedere con uno scavo e non con “talpa”. Questa opzione potrebbe ridurre tempi e costi». Meno diplomatico il senatore Lucio Malan, sulle posizioni del presidente di Confindustria Franco Biraghi: «L’aumento è stato spiegato con l’entrata in vigore di norme di sicurezza, ma altri cantieri non sono in questa situazione. Ho chiesto – e attendo risposta scritta –­se sia stata rispettata la condizione prevista dal bando del 2003, cioè che il socio privato (il gruppo Gavio) procuri i capitali per l’investimento in proprio e non a carico della società, dove è presente anche l’Anas. La cosa è stata gestita, a mio avviso, in modo estremamente discutibile».

Marcello Pasquero

 

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