Cinquemila studenti scoprono il lavoro

Cgil: viviamo l’epoca del lavoro provvisorio

ALBA Se finora l’alternanza scuola lavoro è stata una realtà familiare solo a chi frequentava gli istituti professionali, dal 1° giugno diverrà pane quotidiano anche per gli studenti del classico e degli altri licei. Nei primi nove giorni di giugno si riverseranno nel mondo produttivo albese circa cinquemila studenti tra i 17 anni e i 19 anni. Pronti a imparare, in 200 ore, dalla terza alla quinta classe, cosa vuol dire confrontarsi con un lavoro, dei capi e dei colleghi, oltre che con degli incarichi da portare a termine.

scuola lavoro
Per far fronte a questo imponente movimento di studenti, da fine novembre si sono susseguiti diversi incontri tra i dirigenti scolastici, che hanno coinvolto sempre di più le istituzioni politiche e i rappresentanti di categoria del settore commerciale, agricolo, artigianale e turistico. Il prossimo sarà il 23 marzo. Sul tavolo di confronto, le modalità di inserimento in aziende di un numero così elevato di studenti in una fascia temporale così stretta.
Alessandro Zanella, dirigente dell’istituto Da Vinci, ha le idee chiare per ciò che riguarda le studentesse del liceo economico-sociale, che saranno indirizzate in nidi, baby parking, asili, scuole pubbliche e private, mentre per gli studenti del linguistico i contatti sono ancora da definire: «I nostri studenti possono essere inseriti in reception, uffici turistici e pubblici, musei, parchi, cantine e aziende che si affaccino sul mercato internazionale. I ragazzi hanno iniziato a proporsi; chi non riuscisse a trovare collocazione, verrà indirizzato dalla scuola».
Prosegue Giuliano Viglione, direttore dall’Associazione commercianti albesi: «L’Aca proseguirà il percorso già avviato con alcuni istituti accogliendo numerosi studenti per i periodi formativi nei nostri uffici. Cercheremo di valorizzare, tra i vari settori da noi seguiti, anche quello che ultimamente si sta rivelando voce economica importantissima, cioè il turismo con le sue aziende alberghiere e ristorative. È un progetto utile e propedeutico a raggiungere un migliore inserimento nel mondo del lavoro per i ragazzi che concludono il loro corso di studi. Una politica che l’Associazione commercianti albesi ha già sposato, come dimostra la recente collaborazione con l’Università di Torino per un progetto mirato a incrementare competenza gestionale e competitività nelle piccole imprese».
Guarda in modo positivo alla riforma anche Mauro Carbone, direttore dell’Ente turismo, ma evidenzia i limiti da superare: «Da anni accogliamo studenti, ma bisognerebbe cambiare le regole regionali che impediscono di averne più di due per volta. E imporre che i tirocini durino non meno di tre settimane consecutive, in modo da coinvolgere gli studenti in progetti sostenibili nei quali i ragazzi trovino un proprio ruolo. Così si garantisce un’efficacia formativa all’esperienza, altrimenti equivale a farli assistere a una conferenza».

v.p.

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