Ferrero: la testa in Lussemburgo, il cuore ad Alba

ALBA Dal Coordinamento nazionale Ferrero arriva, venerdì 11 marzo, la fumata bianca. I sindacati siglano l’accordo che avvia a tutti gli effetti l’iter per il passaggio dei 5.400 dipendenti (esclusi gli stagionali) italiani del Gruppo in quattro società a responsabilità limitata. Prende il via la riorganizzazione della multinazionale del cioccolato, nata sulle sponde del Tanaro. Non più una sola società, ma quattro partecipate al 100% da Ferrero Spa, come già avvenuto in Germania e Francia. Nella galassia Ferrero il quartier generale italiano continuerà a essere localizzato ad Alba, ma la testa del Gruppo e le decisioni che riguarderanno i 22 stabilimenti e i 53 mercati in cui è presente il marchio saranno prese in Lussemburgo.

ingresso stabilimento ferrero

 

Nessuna ricaduta occupazionale o variazione di sedi per i dipendenti. La direzione di Ferrero si è affrettata anche a smentire voci incontrollate circolate sui social network di possibili tagli al personale, ripercussioni negative sulle pensioni e cambiamenti di contratto. A essere interessati dalla riorganizzazione saranno gli stabilimenti italiani di Alba, Pozzuolo Martesana, Balvano e Sant’Angelo dei Lombardi. Il passaggio inizierà dal primo maggio con la creazione di Ferrero Commerciale Italia cui faranno capo 900 dipendenti. Il primo giugno sarà la volta della più grande delle quattro società Ferrero Industriale Italia srl avrà 3.800 dipendenti della produzione dei quattro stabilimenti. A settembre toccherà a Ferrero Technical Services Srl (circa 400 addetti) che si occuperà delle attività di natura tecnica e informatica, dei servizi ingegneristici e dello sviluppo packaging e sarà l’unica delle quattro strutture societarie a fornire servizi per le altre società del Gruppo, anche all’estero. Sempre a settembre nascerà la Ferrero Management Services Italia Srl gestirà le attività amministrative e gestionali con circa 300 dipendenti.

La riorganizzazione certifica la vocazione globale della Ferrero e si pone nella direzione di crescita del Gruppo che, ultimata la scalata a Thorntons e quindi al mercato inglese, punta forte sui mercati extra Ue che ora rappresentano il 24% del fatturato della multinazionale, con l’obiettivo di superare quota 10 miliardi di euro.

Marcello Pasquero

Andrea Basso (Flai-Cgil): Con la riorganizzazione Alba dice addio a mamma Ferrero

Andrea Basso, segretario provinciale di Flai-Cgil: «La riorganizzazione aziendale cambierà nulla per i dipendenti, ma con essa rischia di venire meno il legame che dalla nascita ha legato la Ferrero alla città. Il Gruppo si normalizza, la sede italiana continuerà a essere ad Alba, ma il cervello sarà a tutti gli effetti in Lussemburgo. Per decenni gli albesi si sono sentiti come figli della famiglia e dell’azienda Ferrero, ora questo alone fiabesco che si era creato intorno allo stabilimento di via Vivaro potrebbe venire a mancare. Il tutto era preventivabile, non avrà ripercussioni di alcun tipo nei prossimi anni in cui sono garantiti cospicui investimenti sul polo albese e va nell’ottica di una razionalizzazione dei costi. Nonostante questo a me personalmente spaventa non vedere più Alba al centro della galassia Ferrero, diventata a tutti gli effetti, da venerdì, una multinazionale. Per quanto riguarda la contrattazione sindacale non cambierà il modello creato negli scorsi decenni con un unico integrativo e Rsu di sito».

m.p.

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