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La badante con l’iPad per la tele-assistenza

I nostri anziani nel 2030 saranno più soli. Presentato un libro

ALBA  «Consentire agli anziani di restare il più a lungo possibile nella loro abitazione o creare dei contesti nei quali possano sentirsi come a casa, perché se stanno male ne risente tutta la famiglia».

anziana

È uno degli obiettivi fissati dal direttore del Consorzio socio-assistenziale, Marco Bertoluzzo, che ha in mente un progetto simile a quello avviato dall’Asl per la dialisi a distanza presentato nelle scorse settimane da Gazzetta. Per evitare alle famiglie di dover inserire i propri cari in strutture e di conseguenza evitar loro rette salate si vorrebbe attivare un progetto di domiciliarità attraverso le nuove tecnologie.
«L’idea è di appoggiarsi alle badanti o alle persone che già seguono l’anziano, affidando loro un tablet o un telefonino in modo che un operatore del Consorzio possa monitorare la persona anziana a distanza e guidare chi lo aiuta nella preparazione dei cibi e nello svolgimento delle altre attività quotidiane», spiega Bertoluzzo.
Nei 65 Comuni consorziati sono attivi quaranta servizi di affidamento (a cui si aggiungono in alcuni casi la consegna a domicilio dei pasti e il telesoccorso) che consentono ad altrettanti anziani di rimanere a casa e conservare le proprie abitudini. <EM>Per gli affidamenti familiari si sono spesi lo scorso anno 84mila euro, per le prestazioni socio-sanitarie 300 mila euro, per l’integrazione delle rette di anziani inseriti in strutture 402mila euro.
L’altro importante intervento sugli anziani ruota attorno al centro diurno di via Govone, ad Alba. «Vogliamo valorizzarlo», afferma Bertoluzzo: «Nel 2015 ai 30 anziani che già lo frequentavano se ne sono aggiunti 32 e per questo abbiamo intensificato le attività – come il disegno, il canto, la lettura del giornale, la poesia, la ginnastica dolce – volte a mantenerli attivi e in esercizio».

e.f.

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