Gianmaria, continua a suonare: ti vorremo per sempre bene

ALBA «Vi prego, non urlate. Non riesco a suonare così. Io non sono un urlatore». Quelle parole pronunciate da Gianmaria Testa a un concerto gremito di gente in attesa della sua musica saranno tornate alla mente di tante persone venerdì 1° aprile, durante la cerimonia officiata dal vescovo di Alba mons. Marco Brunetti per l’ultimo saluto.

In un duomo affollatissimo, di artisti (tra cui Paolo Rossi e Lella Costa) e autorità ma anche di molta gente comune, ha regnato il silenzio composto, come se davanti all’altare, invece del feretro, ci fosse Gianmaria, con i suoi baffi e la chitarra, intento a suonare e a regalare poesia.

funerale gianmaria testa 1

«Perché Gianmaria», ha detto un commosso don Luigi Ciotti durante l’omelia, «ha aperto alla vita gli orizzonti di tante persone e pertanto continua a essere tra noi, continua a suonare e a cantare e noi dovremo continuare a sentirlo». Un dovere, per don Ciotti, «perché lui con le sue poesie ha tenuto noi, suoi amici, svegli, ci ha invitati ad alzare la testa, come dice il suo cognome, a resistere per esistere e a guardare, accogliere e amare gli stranieri, gli emarginati, i poveri, gli ultimi e chi chiede giustizia e che anche noi italiani siamo stati emigranti e per questo umiliati. Grazie, Gianmaria, per aver dato dignità ai senza nome e ai senza diritti».

funerale gianmaria testa 2

Un ringraziamento a cui si è unito il sindaco Maurizio Marello che nell’intervento al termine della celebrazione ha ricordato lo chansonnier piemontese per la sua «intelligenza del cuore» e per la «fratellanza universale», «due doni che dobbiamo custodire, insieme alla sua musica», ha sottolineato Marello, rivolgendosi poi a Gianmaria: «Quando incontrerai Beppe (Fenoglio) digli che vorremo bene a entrambi, con tutto il cuore».

Enrico Fonte

Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte: «Come dimostrano le tante testimonianze d’affetto e le moltissime persone che hanno partecipato al funerale, Gianmaria Testa ha saputo trasmettere con le sue canzoni vicinanza ai più bisognosi. È stato un grande esempio di piemontesità».

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