Il recapito a giorni alterni crescerà ancora

POSTE  Per conoscere il verdetto del Tar sul ricorso dell’Anci contro il recapito della posta a giorni alterni si dovrà attendere ancora almeno un paio di settimane (ma c’è anche chi ipotizza tempi più lunghi). Nel frattempo, però, è imminente l’avvio della seconda parte del piano di Poste italiane, che prevede di introdurre la nuova modalità di recapito in molte altre località della Granda. I centri coinvolti saranno 159, che, aggiunti ai 38 in cui la consegna a giorni alterni è già in corso, porteranno a un totale di 197 Comuni cuneesi su 250, comprese cittadine di oltre 20mila abitanti come Mondovì e Fossano.

Da ottobre la consegna a giorni alterni è già in funzione in 17 paesi delle Valli Belbo, Bormida e Uzzone. La seconda parte del piano doveva partire nel cuneese, monregalese, fossanese e cebano il 4 aprile, ma notizie di fonte sindacale parlano di uno slittamento al 18 del mese, mentre gli altri paesi della bassa Langa e del Roero dovrebbero essere interessati dal nuovo sistema di consegna dal 2 maggio.

Nell’Unione dei Comuni del Barolo solo Grinzane Cavour (che ha una densità di popolazione superiore ai 200 abitanti per km quadrato) non avrà la riduzione del servizio, mentre tra gli altri paesi delle Langhe solo Diano ha i numeri per evitare il taglio. A Barolo, come spiega il sindaco Renata Bianco, il nuovo sistema di consegna doveva già scattare ad aprile, ma è stato rinviato al mese successivo.

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Se però il Tar accoglierà il ricorso dell’Anci, la questione potrebbe riaprirsi. Mercoledì, a Roma, c’è stata l’udienza per dibattere nel merito il reclamo. Commenta il vicepresidente dell’Anci Piemonte Gianluca Forno, sindaco di Baldichieri d’Asti: «Confidiamo che il Tar riconosca le nostre ragioni e non penalizzi il servizio universale. La riorganizzazione non può essere calata dall’alto, ma dev’essere concordata con gli enti locali. Siamo disposti ad aprire una trattativa seria. Ci sono molti modi per arrivare a una soluzione».

La questione è stata anche discussa giovedì, dalla Conferenza unificata alla quale hanno preso parte il ministro delle autonomie e degli affari regionali Enrico Costa e i rappresentanti di Anci (tra i quali il sindaco di Bra Bruna Sibille), Uncem e Unione delle province italiane. All’incontro, i vertici di Poste italiane hanno confermato la volontà di procedere col piano concordato con Governo e Agcom, ma anche di voler ripensare il modello organizzativo sul territorio, senza però rivisitare il piano. Il ministro Costa ha invece dichiarato che l’azienda dovrà rivedere con il Governo i tagli dei servizi. «Sulla consegna a giorni alterni chiederò valutazioni alla Commissione europea. Il piano va rivisto», ha affermato il ministro.

Commenta il presidente nazionale dell’Uncem Enrico Borghi: «Poste italiane non può continuare a ridurre i servizi nelle aree del Paese che ritiene poco remunerative. Non è accettabile. L’azienda abbandoni la rigidità e ridiscuta le sue strategie con Governo ed enti locali».

Per quanto riguarda il recapito dei giornali, che avviene quotidianamente grazie a una deroga al piano aziendale in scadenza il 31 marzo, la Fipeg (Federazione italiana piccoli editori giornali) in una nota afferma che pare certa la possibilità di un’ulteriore proroga per continuare a garantire il servizio.

Corrado Olocco

 

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