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Pasqua ortodossa per 16mila persone

Pasqua ortodossa per 16mila persone 3

ALBA La scorsa domenica, 1° maggio, è stata celebrata la Pasqua in tutto il mondo ortodosso, dunque anche in quello romeno e macedone, realtà  presenti sul nostro territorio con circa 16mila persone.

«Questo è il giorno di festa più importante di tutto l’anno liturgico, perché Cristo risorge» ha spiegato padre Katalin, che sabato notte ha celebrato la veglia ortodossa romena in Santa Caterina ad Alba. Se ci si chiedesse perché le Chiese orientali celebrino la Pasqua in un giorno diverso, la risposta sta nel fatto che queste mantengono il “calendario giuliano”, mentre quelle occidentali, con la riforma del calendario di papa Gregorio, applicano  il “nuovo” calendario gregoriano. Al di là dei tempi, gli occhi di chi ha vegliato sabato notte e ha assistito all’annuncio della Risurrezione, non mentono. Ogni partecipante, dopo aver ricevuto la luce, beneaugurante e simbolo di speranza, è diventato portatore del messaggio e salutava chi incontrava con “Cristo è risorto!”, ricevendo in risposta “Cristo è veramente risorto!”.

«La Comunità ortodossa romena tra Alba, Langhe e Roero si aggira, secondo dati ufficiosi, intorno alle 4 mila persone» ha inoltre detto il prete ortodosso romeno. Ma nell’Albese, a Neive, esiste pure l’unica chiesa ortodossa macedone in Piemonte, quella di San Michele Arcangelo. «Qui abitano e lavorano circa 12 mila macedoni, soprattutto ad Alba, Neive, Castagnole delle Lanze, Canelli, Santo Stefano Belbo, Nizza Monferrato, Acqui Terme, Riccaldone, Cassine, Torino », precisa padre Michele. In ogni caso poco dista tra la celebrazione della Pasqua ortodossa romena e quella macedone. Lo confermano le parole del padre di Neive: «Le più importanti celebrazioni della Settimana santa sono il vespro del Giovedì santo, la funzione del Venerdì che prevede la rimozione dell’immagine del Cristo morto dalla croce, l’inserimento del sudario nella “tomba” nel centro della navata e il “funerale”. Il Sabato si può passare sotto la “tomba” (che è un tavolo con la sindone sopra), così moriamo anche noi per risorgere in una nuova vita. Durante la sera la sindone viene sollevata dalla “tomba” e preceduta dalla croce, circondata da fiaccole viene scortata dal clero che porta il libro dei Vangeli.  A mezzanotte il sacerdote  annuncia la Risurrezione».

Francesca Gerbi

La testimonianza

Maria Cristina, 35 anni, commessa ad Alba di origine romena, racconta con queste parole la sua Pasqua:«Ho preparato la torta con la ricotta e le uova sode, rigorosamente colorate, con mio marito e i miei due bimbi. Questa sera siamo qui, alla veglia, perché Cristo è risorto, e per noi è importantissimo. Inoltre porteremo la luce a casa, perché è un simbolo di speranza e siamo certi che ci darà la forza per affrontare i momenti difficili e vivere con gioia immensa la nostra festa».

f.ge.

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