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Studenti contro le mafie dedicano la biblioteca di Canale a Bruno Caccia

CANALE   Gli studenti scuotono le coscienze contro le mafie col concorso “Il silenzio è dolo”
È Bruno Caccia, il magistrato ceresolese ucciso dalla ’ndrangheta nel 1983, il personaggio scelto per dare il nome alla biblioteca dell’Istituto comprensivo canalese. Domani, 11 maggio, la cerimonia d’intitolazione e di omaggio al magistrato, simbolo del coraggio della denuncia, sarà l’ideale complemento della partecipazione dei ragazzi di seconda e terza media dell’istituto al concorso nazionale “Il silenzio è dolo. Siamo l’Italia che sceglie il coraggio”.

Promosso da Avviso pubblico, l’associazione di enti locali e regioni per la formazione civile contro le mafie, il concorso intendeva promuovere la cultura di cittadinanza responsabile, a partire da esempi virtuosi, come, appunto, quello del magistrato roerino.

Ispirati anche dalla figura di madre Teresa, gli studenti canalesi hanno cercato, utilizzando i diversi linguaggi possibili, di rappresentare “Il silenzio della comunità internazionale rispetto all’estrema miseria di molti Paesi e alle grandi migrazioni”. Gli alunni si sono dedicati a letture, all’ascolto di brani musicali, alla composizione di poesie, alla creazione di un fotoromanzo, alla costruzione di un muro poi volutamente abbattuto per rappresentare la vittoria della solidarietà e l’assenza di divisioni.

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Porte aperte quindi, mercoledì, dalle 10, per una mattina dedicata a scuotere le coscienze. La dirigente Maria Luisa Rivetti accoglierà i presenti e illustrerà il progetto. E dopo il saluto del sindaco Enrico Faccenda, interverranno il dirigente dell’Istituto comprensivo di Montà, Pier Mario Demichelis, che ha scritto la tesi di laurea su Bruno Caccia, e il giornalista palermitano Ismaele La Vardera, inviato OpenSpace (Italia Uno), collaboratore della redazione delle Iene, presidente dell’associazione nazionale Verità scomode. Con l’ausilio della lavagna multimediale i ragazzi presenteranno al pubblico il video da loro realizzato, saranno letti alcuni stralci di temi e poesie. E, per concludere le riflessioni, gli studenti porranno alcune domande a uno dei giovani profughi accolto dalla comunità di Canale.

Elena Chiavero

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