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La nostra diocesi tende la mano anche all’islam

La nostra diocesi tende la mano anche all’islam

L’INTERVISTA Cammina lungo il sentiero tracciato da papa Francesco la diocesi di Alba. Sull’edizione cartacea di Gazzetta d’Alba, monsignor Marco Brunetti ha detto di voler mettere al centro della sua pastorale le persone e il settore sociale, che intende sostenere con diverse iniziative, come la collaborazione nella stesura di un piano regolatore ad hoc e il dialogo con il Consorzio socio-assistenziale Alba, Langhe e Roero.

L’intenzione è anche di favorire l’integrazione di chi professa una religione differente dalla cristiana e in generale di tutti coloro i quali non riescono ad avere spazio. Ce lo ha spiegato commentando i risultati dell’indagine condotta dal nostro giornale per misurare il sentimento di fede dopo gli attentati terroristici che hanno scosso la comunità cattolica.

Monsignor Brunetti, molte persone che abbiamo intervistato hanno detto di percepire l’islam come una minaccia. Cosa ne pensa?
«Nessuna religione in quanto tale rappresenta una minaccia: chi vive una spiritualità sa che essa è portatrice di valori quali l’amore, la pace, la concordia e la serenità. Il terrorismo e l’odio usano il nome di Dio in maniera inappropriata, sono qualcosa di diverso dalla religione. È giusto contrastare il male operato da taluni, mentre è sbagliato considerare le altre religioni come un pericolo. Anzi, bisogna creare ponti e trovare forme di accoglienza affinché la nostra società riesca a dare spazio a tutti».

Nei giorni scorsi si è svolto ad Alba il campo degli scout musulmani, che nell’occasione hanno incontrato i gruppi albesi cattolici dell’Agesci. È così che si favorisce l’accoglienza?
«Mi è piaciuta l’iniziativa, perché ha trasmesso un segnale di accoglienza, dialogo e condivisione ai giovani. Dobbiamo procedere su questa strada, moltiplicando dal punto di vista culturale le possibilità di scambio, incontro e confronto con l’islam. Penso a un dialogo che, fondandosi sul rispetto, metta in luce e valorizzi gli aspetti principali delle due fedi e gli elementi che le uniscono, come la centralità della persona, la pace e la solidarietà. La via dell’integrazione e del dialogo, per quanto lunga e impegnativa, è da percorrere senza esitazioni. Dobbiamo progettare una società variegata, colorata, integrata, che parli con esperienze e culture diverse, finalizzate al bene di tutti».

L’imam di Alba ha detto di volerla incontrare per avviare un dialogo. È disponibile?
«Se ci sarà questa richiesta, sarò contento di incontrarlo. Possiamo lavorare insieme per una vera integrazione a favore della nostra gente, seminando pace e serenità nelle persone che incontriamo. Credo che questo tipo di dialogo sia importante anche alla luce dei grandi esempi che ci sta dando papa Francesco».

Enrico Fonte

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