Dopo le panchine, nel Roero è tempo del grande arco ?

Dopo le panchine, nel Roero è tempo del grande arco ?

BIG BENCH TOUR Chris Bangle si è detto disponibile a portare nella sinistra Tanaro l’Arco che cammina
Erano sulla grande panchina bianca vicino al Torion di Vezza alle 5.30, prima dell’alba, per veder sorgere il sole da lassù. Così si è aperto il Big bench tour che sabato 4 giugno ha visto il designer americano Chris Bangle fare il giro completo delle panchine giganti da lui ideate e installate tra Roero, Langhe, Monregalese, Liguria, Astigiano e Saluzzese.

Un itinerario lungo 15 ore che, a Vezza, si è aperto con una nuova prospettiva. L’anticipa il sindaco vezzese Carla Bonino: «Abbiamo chiesto a Chris Bangle se fosse disposto a installare in un luogo ancora da individuare, ma simbolo di tutta la sinistra Tanaro, il suo ultimo progetto artistico, l’Arco che cammina, BigWalking Arch#1. Fino ad oggi ne esiste solo uno, alla Borgata di Clavesana, dove il designer vive e lavora».

Concessa la sua disponibilità a portare avanti questo progetto davvero monumentale – l’arco misura 4 metri d’altezza per 4 di larghezza – Bangle ha proseguito nel suo tour, non prima però di concedere a Gazzetta un’intervista esclusiva, che si può leggere, in versione completa, sul sito www.gazzettadalba.it.
Da dove nasce l’idea delle Big Bench?
«L’idea di una panchina gigante esiste già in molti Paesi nel mondo, ma nessuno le aveva trasformate in un progetto organico. La prima panchina è stata creata nel 2010 da me e dal mio vicino di casa, Francesco Ferrero: l’abbiamo posizionata nella nostra vigna e si è subito fatta notare. Molte persone volevano vederla, fotografarla, sedervisi sopra. Molti ci hanno anche chiesto come costruirne una e così è nato il Big Bench Community Project, un’organizzazione no profit che mette a disposizione il progetto e che definisce alcune regole legate alla posizione e al colore. È una bella iniziativa, perché offre a tutti un’attrazione, che fa tornare un po’ bambini».
Vivere in un piccolo centro ha cambiato la sua idea di design?
«Avere attorno attività e persone di successo, rende te una persona di successo. I comuni sono molto aperti, accettano gli stranieri e le idee innovative e stravaganti come quella delle Big Bench. Così si sono diffuse e sono diventate un simbolo: sono gratuite, sono accessibili e piacciono a tutti, dalle famiglie ai gruppi di ragazzi. Vorrei ringraziare tutti i visitatori per l’attenzione per l’ambiente e il contesto circostante le panchine».

Diventando un simbolo, le panchine sono state anche molto copiate. Qual è la sua opinione in merito?

«Apprezzo sempre quando le persone lavorano con passione e creano qualcosa per gli altri, ma sono comunque dispiaciuto del fatto che non si siano rivolti a noi, diventando parte del progetto ufficiale delle Big Bench. Hanno preso la loro decisione e capisco anche che partecipare al nostro progetto non sia sempre facile: con la consapevolezza che vengono investiti tempo e risorse economiche, noi richiediamo qualità, attenzione ai dettagli e la condivisione del nostro obiettivo no profit volto a valorizzare il territorio. Nonostante questo, saremmo stati molto felici di coinvolgerli nella nostra Community».

In conclusione, quali sono i progetti per il futuro? Nuove panchine in costruzione?

«La Big Bench Community continua a crescere e, sì, ci sono nuove panchine in costruzione. Sabato abbiamo inaugurato la diciannovesima a Costigliole Saluzzo: bellissima, di un color albicocca acceso. Ci sono altre tre o quattro panchine in costruzione, ma non posso ancora rivelare dove saranno posizionate».

Ecco di seguito, una fotogallery con le più belle foto del Big bench tour 2016.

 

a.m.a. e v.p.

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