Guido Veneziani arrestato per bancarotta

Guido Veneziani arrestato per bancarotta

ALBA L’imprenditore milanese Guido Veneziani, 52 anni, è stato arrestato martedì a Milano per bancarotta fraudolenta. L’indagine era partita dalla Procura della Repubblica di Asti dopo il fallimento della Rotoalba. L’uomo, fermato dagli agenti della Guardia di finanza, è stato trasferito in carcere ad Asti su richiesta del sostituto procuratore Laura Deodato.

guido veneziani
Guido Veneziani.

Veneziani era il patron di un grande gruppo editoriale con proprietà di diverse stamperie, molte delle quali oggi fallite, che aveva puntato anche al rilancio de L’Unità. Nelle scorse settimane era andata deserta la prima asta per la vendita di alcuni macchinari dello stabilimento albese. I proventi della liquidazione servirebbero a pagare i grossi debiti dell’editore nei confronti dei 130 lavoratori.

Sul caso la Guardia di finanza di Cuneo ha emesso un dettagliato comunicato:

Nelle prime ore dell’alba del 20 luglio, i finanzieri del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Cuneo hanno arrestato, e tradotto al carcere di Asti, Guido Veneziani, ex amministratore unico della fallita Rotoalba nonché presidente della Guido Veneziani editore di Milano, per il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale, distrattiva e preferenziale aggravata dall’entità del dissesto nonché per altri illeciti di natura penale.
Su conforme richiesta della Procura nei confronti dell’amministratore di fatto e del direttore generale Gianmaria Raimondo Basile e Patrizia Basile, è stata disposta la misura coercitiva degli arresti domiciliari con ogni divieto di legge.
Il servizio trae origine dalle indagini di polizia giudiziaria scaturite a seguito della verifica fiscale programmata nei confronti della Rotoalba, eseguita nell’anno 2015. Nel corso dell’attività di polizia tributaria, oltre agli ingenti rilievi di natura amministrativa, erano emersi elementi tali da poter ipotizzare la configurabilità di reati, per i quali è stata depositata apposita annotazione di polizia giudiziaria.
Le ipotesi delittuose avanzate hanno comportato l’apertura di un fascicolo penale e l’avvio di indagini, coordinate e dirette da Laura Deodato, pubblico ministero preso la Procura della Repubblica di Asti, ed eseguite anche mediante l’ausilio di indagini tecniche, nei confronti di diversi soggetti a vario titolo connessi alla gestione e al management della società verificata.
In tale ambito, nel corso di numerose perquisizioni presso le sedi delle società riconducibili al gruppo Guido Veneziani editore sono stati acquisiti importanti elementi indiziari volti a corroborare le accuse mosse in relazione ai reati per cui si procede.
Le prove acquisite e l’ingente debito tributario accumulato hanno permesso alla Procura della Repubblica di Asti di avanzare al Tribunale una motivata richiesta di fallimento nei confronti dell’azienda.
Oltre ai suddetti soggetti sono indagate altre 5 persone che hanno contribuito a vario titolo alla buona riuscita del disegno criminoso perpetrato dal sodalizio criminale.
L’operazione delle fiamme gialle si inserisce in un più ampio contesto operativo che vede la Guardia di finanza sempre più impegnata in prima linea nel settore del contrasto agli illeciti fiscali e, più in particolare, ai delitti di natura penale-tributaria.
Il comandante provinciale
colonnello Massimiliano Pucciarelli

Secondo quanto riporta Il fatto quotidiano, «l’accusa che il nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle di Cuneo, guidato dal colonnello Michele Pagnotta, muove a Veneziani è quella di avere preso in mano nel 2012 un’azienda sana e di averla spogliata di risorse a vantaggio di altre società del gruppo. L’ipotesi è che siano stati distratti in modo illecito da Roto Alba 15 milioni di euro, a cui si aggiunge la contestazione di ingenti debiti tributari, tra cui contributi previdenziali non versati per quasi 3 milioni di euro (i lavoratori potranno comunque contare sulle garanzie pubbliche previste dalla legge in questi casi)».

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