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“Il Barolo va a ruba”. La riflessione di Giancarlo Montaldo

"Il Barolo va a ruba". La riflessione di Giancarlo Montaldo
Marco e Tiziana Parusso

BAROLO «Il Barolo va a ruba!», è proprio il caso di dirlo visto ciò che da un po’ di tempo sta capitando nella zona di questo prestigioso vino albese.

È di questi ultimissimi giorni la notizia di un nuovo furto (dall’inverno scorso dovrebbe essere il quarto, se abbiamo tenuto bene i conti) di vini pregiati in casa di una delle firme prestigiose del mondo del Barolo. L’incresciosa vicenda è capitata nel pieno della notte tra mercoledì 13 e giovedì 14 luglio scorso e, a una valutazione sommaria, ha causato un danno piuttosto cospicuo, circa 100 mila euro.

«Ciò che stupisce» sottolinea Marco Parusso, contitolare con la sorella Tiziana dell’Azienda Armando Parusso di Monforte d’Alba in località Bussia «È come i ladri (tre individui a volto coperto e ben mimetizzarti) abbiano lavorato in totale tranquillità e, soprattutto, con le idee molto chiare, ovvero prelevando i vini più costosi, naturalmente i Barolo delle “selezioni” che si avvalgono del prestigio maggiore nel mercato internazionale».

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Il Barolo Riserva 2006 etichetta oro

I vini rubati sono tra i più pregiati tra quelli prodotti dalla Azienda Parusso, cioè il Barolo Riserva 2006 etichetta oro, il Barolo Bussia 2012 etichetta nera e il Barolo Bussia 2011, anch’esso etichetta nera, tutti confezionati in cassette di legno e di solito destinati ai mercati del lusso in giro per l’Europa e il resto del mondo.

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Il Barolo Bussia 2011

Il fatto che sempre più frequentemente si verifichino furti di vini pregiati di questo genere comincia a far pensare che, a fronte di queste malefatte, ci sia una strategia precisa o che almeno i ladri sappiano già a priori quale destinazione dare ai prodotti fraudolentemente prelevati.

Ironia della sorte ha voluto che nel caso dell’azienda Armando Parusso, per portare via le bottiglie oggetto del furto, i malviventi si siano serviti del furgone aziendale parcheggiato nell’area retrostante la cantina.
Oltre al danno ecco arrivare, immancabile, la beffa

Giancarlo Montaldo

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