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In attesa di pagare con il bancomat la multa per la sosta va saldata

In attesa di pagare con il bancomat la multa per la sosta va saldata

ALBA Il capogruppo di Forza Italia Carlo Bo ha portato in discussione nel Consiglio comunale del 29 luglio una tematica di stretta attualità: l’opportunità o meno di pagare la sosta ai parchimetri che non dispongono di Pos bancomat e carte di credito.

Dal primo luglio è cambiata la normativa

«La legge di stabilità 2016, al comma 901, prevede l’applicazione delle norme sui pagamenti digitali per tutti i parchimetri: perciò dal primo di luglio ogni colonnina dovrebbe essere stata dotata di lettore di carte», spiega Carlo Bo, che aggiunge: «Ho effettuato un sopralluogo in città e sembra che le colonnine per il pagamento della sosta non rispondano alla normativa. Non dovremmo stupirci se qualcuno facesse ricorso al giudice di pace per impugnare le sanzioni. Al di là dell’obbligatorietà, l’adozione di un sistema di pagamento tramite carta di credito o bancomat nei parchimetri sarebbe molto utile. Stupisce che nemmeno in piazza San Paolo si sia scelto di adottare questo tipo di tecnologia di pagamento».

La risposta del sindaco Maurizio Marello non lascia spazio a dubbi: «Siamo in attesa dei decreti attuativi della legge, senza i quali la normativa non può essere considerata in vigore». Le parole del primo cittadino ricalcano quelle dei colleghi di tutta l’Italia. «Le multe vanno pagate e le sanzioni sono da ritenersi valide», ribadisce Marello che aggiunge: «Nel frattempo sono convinto che Parcheggi Italia (che gestisce il servizio degli stalli a pagamento) stia procedendo alla riconversione, che costa più di 3mila euro a colonnina. Si lavora anche per abilitare i pagamenti via telefono con un’app».

Ma chi pagherà il prezzo per adeguare le colonnine? Probabilmente gli stessi contribuenti che, come ricorda Quattroruote, già pagano una multa illegittima quando si sanziona la permanenza oltre il tempo “acquistato” nelle aree in cui si può sostare illimitatamente. «Sono multe illegittime», ricorda il mensile, che aggiunge: «E allora, perché i vigili e gli ausiliari continuano a farle?».

m.p.

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