TORINO La “cultura del tartufo” si candida a Patrimonio immateriale dell’Umanità. Avanzata dall’Associazione nazionale città del tartufo che riunisce 53 associazioni di 13 regioni. In cabina di regia anche il Centro nazionale studi tartufo. La candidatura è stata presentata nell’ambito di Terra madre salone del gusto.
Ora la parola passa alla commissione ministeriale Unesco.
Parigi: «Nostro dovere difendere i valori identitari del nostro territorio».
La candidatura non riguarda il prodotto in sé, ma tutto quello che rappresenta e che gli sta intorno.
Nel presentarla l’assessore alla cultura della Regione, Antonella Parigi, si è detta: «Fiera di esserci perché il nostro assessorato si occupa anche di valori identitari che rappresentano un patrimonio che è nostro compito difendere».
Ansa
Domani la presentazione della candidatura ad Alba
Il tartufo bianco d’Alba patrimonio immateriale dell’Umanità? Il 2017 potrebbe essere l’anno giusto, a detta del direttore dell’Ente Turismo Langhe e Roero Mauro Carbone. Si tornerà a parlarne domani, sabato 24 settembre, alle 10.30, nella sala consiliare “Teodoro Bubbio” del palazzo comunale.
Nell’occasione sarà onorato l’ideatore della candidatura Giacomo Oddero, a pochi giorni dal novantesimo compleanno.
Un’idea subito raccolta dal Centro nazionale studi del tartufo e dall’Associazione nazionale città del tartufo con due importanti partner scientifici come l’Università degli studi di Scienze gastronomiche, l’Università di Siena e il sostegno del Ministero dei beni culturali e del turismo.
L’obiettivo della candidatura, che prende il nome di “Cultura del Tartufo”, è quello di certificare e formalizzare il “mito del tartufo”, non solo come frutto dall’inestimabile valore, ma simbolo di uno straordinario legame tra uomo, natura e tradizione. «Il 2017 potrebbe essere l’anno dell’elezione del tartufo bianco a patrimonio dell’umanità. Ci crediamo e a partire da gennaio avanzeremo ufficialmente la candidatura», anticipa Mauro Carbone.
Marcello Pasquero