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Il problema della cimice asiatica approda in Consiglio regionale

Il problema della cimice asiatica approda in Consiglio regionale 1

AGRICOLTURA  È stata discussa in Consiglio regionale l’interrogazione presentata dalla consigliera Maria Carla Chiapello (Moderati) in relazione all’invasione della cimice asiatica nei frutteti e nei campi.  «Si tratta di una vera e propria emergenza e credo che le istituzioni debbano iniziare ad occuparsene. Il Consiglio regionale del Piemonte ha rilasciato un vademecum per limitare la proliferazione dell’insetto», ha affermato Chiapello.

La cimice asiatica è comparsa per la prima volta in Italia nel 2012, mentre in Piemonte è stata avvistata nel 2013 in provincia di Cuneo. Negli anni successivi si è riprodotta a dismisura, diventando un serio pericolo per le coltivazioni di frutta autunnali (mele e kiwi, ma anche pesche e pere).

Il problema della cimice asiatica approda in Consiglio regionale
Alcune ciliegie deformate dalla cimice asiatica.

Prosegue Chiapello: «Ho interrogato l’Assessorato all’agricoltura della Regione per sapere se sono in atto protocolli in grado di aiutare i coltivatori in questa difficile lotta all’insetto. Purtroppo al momento tutti gli studi prodotti in materia di insetticidi non hanno portato a risultati soddisfacenti: quindi l’unico modo per diminuire l’invasione è eliminarne il più possibile. La Regione, tramite il settore fitosanitario, continuerà a sostenere i progetti avviati dall’Università di Torino e dalla Fondazione Agrion, nonché le iniziative intraprese a livello di Ministero dell’Agricoltura, per incrementare la ricerca volta anche a indagare su possibili nemici naturali della cimice».

Anche la Coldiretti ha preso posizione sul problema della cimice asiatica, che colpisce più di duecento specie vegetali. Spiega Enzo Pagliano, direttore di Coldiretti Cuneo: «Da un paio d’anni monitoriamo il fenomeno dal punto di vista agricolo. Mettiamo a disposizione non solamente delle imprese agricole ma di tutte le istituzioni che intendono affrontare e risolvere il problema, le nostre conoscenze di ordine tecnico e scientifico per impostare una lotta efficace». I tecnici di Coldiretti riferiscono che a oggi ci sono più tecniche di lotta alla cimice asiatica. La prima è la lotta integrata, che prevede l’apposizione di reti dalle fessure molto piccole, per evitare che le cimici invadano ad esempio le serre di coltivazione. La seconda è la lotta chimica con presidi sanitari. Inoltre si sta lavorando per consentire in futuro un metodo di lotta biologico, come quello attuato a suo tempo per il cinipide che aveva attaccato i castagneti.

Conclude Delia Revelli, presidente di Coldiretti Cuneo e Coldiretti Piemonte: «Siamo favorevoli a metodi di lotta biologica e vorremmo evitare un uso irrazionale di prodotti fitosanitari. Chiediamo alle istituzioni, dalle università al Cnr ai centri di ricerca pubblici e privati di mettere in rete le numerose professionalità che possono interagire per affrontare la complessa problematica».

 

 

 

 

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