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Percorso d’arte da ProtoBalla a FuturBalla tra Gam e fondazione Ferrero

Percorso

TORINO
Presentata alla Gam l’esposizione che affiancherà la mostra in fondazione Ferrero
Nei prossimi mesi Alba e Torino saranno più vicine, nel segno di Giacomo Balla. Due le mostre a lui dedicate, esito della collaborazione tra la fondazione Ferrero di Alba e la Gam, insieme alla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio.

La presentazione è avvenuta giovedì scorso alla Galleria d’arte moderna e contemporanea torinese. Carolyn Christov-Bakargiev, direttrice del museo, ha spiegato: «Alla fondazione Ferrero verrà proposto un viaggio completo tra le fasi artistiche di Balla, mentre alla Gam un approfondimento sul legame con il capoluogo sabaudo, dove nacque nel 1871».

Il percorso inizierà il 29 ottobre ad Alba con “FuTurBalla”, visitabile fino al 27 novembre. Secondo la curatrice Ester Coen: «È un omaggio dovuto a un artista straordinario, uno dei fulcri delle avanguardie storiche, la cui importanza è stata compresa prima a livello internazionale che in Italia».

Tre le aree tematiche della mostra: il realismo sociale e la tecnica divisionista; le compenetrazioni iridescenti e gli studi sulla percezione della luce; l’analisi del movimento e il futurismo. Saranno un centinaio le opere in esposizione. Alcune di esse vengono concesse di rado; tutte provengono da collezioni italiane ed estere e rappresentano l’attività di Giacomo Balla fin dalla sua prima fase artistica, il cui tema dominante è la realtà dei poveri e degli emarginati, per poi passare al cromatismo e al dinamismo che caratterizzano la seconda parte della sua ricerca, fino all’adesione al Futurismo, di cui firma il Manifesto nel 1910. In contemporanea, ProtoBalla – l’esposizione che la Gam dedica al “grande sperimentatore” – sarà la pensata come un complemento della mostra albese. Sarà visitabile dal 5 al 27 novembre, nello spazio della Wunderkammer. «Abbiamo sviluppato, insieme a Filippo Bosco, un capitolo poco conosciuto della vita di Balla», spiega la curatrice Virginia Bertone. «Visse a Torino fino al 1895. Sono gli anni della sua formazione artistica e delle amicizie che lo accompagneranno per tutta la vita».

Si potranno ammirare per la prima volta le fotografie di Mario Gabinio, che documentano la realtà dei sobborghi torinesi, in particolare il Rubatto, dove Balla nacque. Saranno esposte opere di Grosso, suo maestro all’Accademia albertina, così come litografie di Pietro Cassina, nel cui studio lavorò il giovane Giacomo per pagarsi gli studi.

Francesca Pinaffo

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