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Profughi al lavoro per ricostruire una capanna paleolitica nel giardino archelogico

Profughi al lavoro per ricostruire una capanna paleolitica nel giardino archelogico 1

ALBA Pare uno scenario surreale oppure l’immagine di una ferita sociale rimarginabile. Cinque ragazzi – ognuno con poco più di vent’anni – arrivano ad Alba, dopo un itinerario traumatico, da Gambia, Ghana, Bangladesh. E ora sono seduti su una capanna paleolitica che sorge nel giardino retrostante l’Istituto comprensivo del centro storico.
La realtà? I profughi stanno costruendo la struttura ramo dopo ramo, legandoli insieme secondo un preciso stratagemma architettonico. Entro due o tre settimane il progetto sarà ultimato. E i ragazzi torneranno a vivere a tempo pieno nella loro residenza temporanea di via Pola, gestita dal direttore della Caritas diocesana di Alba don Luigi Alessandria. Qui aspetteranno di ottenere asilo politico nel nostro Paese.

ALLA SCUOLA VIDA

Nel cantiere dietro la scuola media Vida, visibile da corso Nino Bixio, parliamo con Marco Mozzone, dell’associazione Ambiente e cultura, che cura il progetto. Spiega: «L’attività che conduciamo si chiama “Giardino di archeologia sperimentale” e fa parte del primo anno di attività del progetto triennale “Nuovi percorsi dentro e fuori il museo”, vincitore dell’edizione 2015 di un bando della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo. Stiamo riproducendo la capanna paleolitica; seguiranno la ricreazione di zone di lavoro preistoriche (telaio, forno per la ceramica, fucina). L’obiettivo è rendere visibile la preistoria albese, poco conosciuta perché non ha lasciato strutture come invece hanno fatto i resti romani. Alba è abitata fin dal Neolitico antico ed è un sito importante, noto e molto studiato. La riproduzione della capanna si ispira al ritrovamento anni fa del fondo di una struttura nell’area di corso Langhe».

UN AIUTO FONDAMENTALE

Conclude Mozzone: «È stato fondamentale l’ausilio dei giovani richiedenti asilo. In particolare l’apporto di Stefan Aurel Dirtul, romeno e responsabile del gruppo. Le scuole potranno utilizzare le strutture didattiche già dall’anno scolastico in corso. Inoltre, il 4, il 7 e l’11 ottobre è programmata l’attività “Cantiere aperto”, gratuita ma a prenotazione obbligatoria: una visita commentata al nostro cantiere per tutte le scuole albesi».

Matteo Viberti

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