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Einstein, Balla e l’omaggio a Michele Ferrero e ai 20 anni della Fondazione

Einstein, Balla e l’omaggio a Michele Ferrero e ai 20 anni della Fondazione

ALBA Venerdì in fondazione conferenza dedicata al ruolo che la scienza ebbe nell’ispirare l’artista
Albert Einstein è il padre della fisica moderna e lo scopritore della relatività. Giacomo Balla un grande artista interessato agli astri e alla sperimentazione. Quale il filo che collega questi due visionari? Il quesito sarà affrontato venerdì 11 novembre (ore 21, ingresso gratuito) nell’auditorium della fondazione Ferrero con la conferenza “Einstein e Balla, quando la scienza ispira l’arte”. Ospiti Vincenzo Barone, professore di fisica teorica all’Università del Piemonte orientale, Mario Di Martino, astronomo dell’Osservatorio di Torino, e il giornalista e scrittore scientifico Piero Bianucci.

Il contesto è la mostra FuTurBalla, esposizione, aperta fino al 27 febbraio nella fondazione, delle opere del pittore futurista. Spiega Bianucci: «Giacomo Balla fu un grande appassionato di astronomia e non perdeva occasione per contemplare i fenomeni del cielo, che talvolta diventavano ispirazione per i suoi quadri. Vide anche Mercurio, pianeta difficile da osservare: nel 1914 lo colse in uno dei suoi rari passaggi davanti al disco del Sole. Proprio in quegli anni, per gli astronomi Mercurio era un enigma perché la sua orbita non rispettava la legge di gravitazione universale di Newton. Sarà Einstein a risolvere il problema con la teoria della relatività generale pubblicata nel 1916. Cent’anni dopo, la scoperta delle onde gravitazionali ha dato una straordinaria conferma: Einstein era nel giusto. Intanto, una sonda europea che porta un nome italiano sta per partire verso Mercurio».

Ma la conferenza di venerdì sarà anche l’occasione di celebrare il ventesimo compleanno della fondazione Ferrero e i settant’anni dell’azienda. Perciò sarà consegnato a Maria Franca Ferrero il documento che ufficializza la “nomina” di un asteroide che prenderà il nome di Michele Ferrero.

Prosegue Bianucci: «Sottolineando l’estremo impegno erogato da Michele Ferrero verso i propri dipendenti e per il miglioramento del welfare aziendale e considerando la sua sensibilità culturale e artistica, siamo riusciti ad attribuire il suo nome a un pianetino in orbita tra Marte e Giove. Non è stato facile. Prima l’approvazione dell’idea da parte della commissione statunitense di Cambridge – i cui parametri di giudizio sono molto severi – poi l’ottenimento del certificato da un astronomo russo, l’unico al mondo in grado di scrivere con i particolari caratteri richiesti dal linguaggio astronomico ufficiale. L’asteroide scelto è un pianetino molto tranquillo, che ogni anno percorre 14 o 15 chilometri. Abbiamo voluto omaggiare così Michele, un uomo irripetibile: il nome di un pianeta rimarrà per l’eternità».

Matteo Viberti

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