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Nel Roero attività socializzanti per i giovani disabili e le loro famiglie

Nel Roero attività socializzanti per i giovani disabili e le loro famiglie
Il team di educatori che segue i ragazzi disabili del Roero nel progetto "Il principe, la volpe e la rosa"

ROERO Un anno intero con il piano “Il principe, la volpe e la rosa”

Venerdì 4 novembre gli educatori del consorzio socioassistenziale Alba Langhe Roero che si occupano della sinistra Tanaro, Lidia Cauda, Maria Grazia Cauda, Erik Tarabra e Silvia Gallo, hanno incontrato le famiglie dei 14 ragazzi con disabilità che, ad agosto, avevano preso parte al progetto al centro Pin Bevione, in frazione Borbore di Vezza.

Scopo dell’incontro, proporre loro di estendere a tutto l’anno il piano di attività, intitolato “Il principe, la volpe e la rosa”, poiché utilizzava come filo conduttore la storia del Piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry.

«I minori disabili a cui il programma è rivolto sono stati divisi in due gruppi: uno dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia sino alla quinta elementare, e un altro con tutti quelli fino ai 18 anni», illustrano gli educatori, che proseguono: «L’obiettivo era, e sarà, far vivere ai bambini nuove esperienze per favorire la loro curiosità e la scoperta della bellezza. Ma anche stimolare l’instaurarsi di relazioni positive e di amicizia, nonché far comprendere loro che la presenza di persone che li amano è un bene prezioso».

«Daremo continuità a quello che abbiamo fatto quest’estate, dove hanno partecipato anche la psicologa Elena Boccon, l’educatrice Elisa Cauda e le laureande in scienze dell’educazione Raffaella Campanile e Aurora Guglielmino», concludono.

Ivana Cavaglià, mamma di Claudia, una ragazza di 15 anni, che ha partecipato al progetto, sottolinea: «Finalmente i genitori dei ragazzi con difficoltà si possono frequentare, incrementando l’amicizia tra di loro e tra i vari ragazzi. L’esperienza, per mia figlia che è in età adolescenziale e bisognosa di relazioni, è positiva».

Al direttore del consorzio Marco Bertoluzzo il compito di sintesi, educativa e progettuale: «Quest’intervento è interessante perché va incontro a bisogni reali: il servizio sociale deve cogliere le necessità della società e chiedersi se gli strumenti che si stanno utilizzando siano utili. Inoltre è importante che le famiglie creino legami tra di loro, per costituire una rete sociale comunitaria».

Francesca Gerbi

 

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