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Si abbatterà il capannone fatiscente alle porte di Alba

«Un’area  ridotta a  discarica»

IL CASO Corso Asti da pessimo biglietto da visita a polo industriale e commerciale d’avanguardia. Prima è toccato agli stabilimenti abbandonati della Miroglio, ora sede della Bianco-Tcn dell’imprenditore Giuseppe Bernocco; ora sarà la volta dello scheletro di quello che nel 2000 doveva essere un cinema multisala, finire in soffitta. Dopo Bernocco è un altro imprenditore del territorio: la signora di Italgelatine, Gufram e Astemia pentita, Sandra Vezza, a investire in un’area abbandonata alle porte di Alba. Il Comune e la Barolo Italestate hanno, infatti, sottoscritto venerdì 18 la convenzione per l’utilizzo dell’area D3.

Una firma che fa tirare un sospiro di sollievo al sindaco Maurizio Marello: «Il recupero di una zona da oltre quindici anni abbandonata è una vittoria per tutta la città, che si scoprirà più bella e accogliente sulla principale via di accesso ad Alba per i turisti. Oltre alle ricadute di immagine e occupazionali, il concessionario dovrà realizzare una strada di collegamento tra la rotonda del Mogliasso e quella del Self con grandi benefici per il traffico su corso Asti».

Barolo Italestate si è impegnata a completare due tratti stradali di 120 e 70 metri comprensivi di pista ciclabile per un costo di circa 490mila euro. In località Mogliasso il progetto della multisala è mai decollato dal 2000, perché bocciato dal Tribunale amministrativo in seguito ad alcuni ricorsi. Di quell’idea resta però un brutto segno tangibile: un capannone fatiscente che ora dovrebbe essere finalmente abbattuto.

m.p.

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