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Sono in commercio le nuove annate di Barolo e Barbaresco

Joe Bastianich testimonial del Barolo 2012 3

VINO Dal primo gennaio sono sul mercato le nuove annate dei grandi Nebbiolo Docg di Langa: la novità maggiore viene dal Barbaresco con l’annata 2014; il Barolo replica ciò che il Barbaresco aveva già proposto nel 2016, ovvero l’annata 2013.

Il Barbaresco Docg 2014. Tra i due è il vino che merita più attenzione. Non perché il 2014 sia meglio dell’annata precedente, ma perché è una produzione di forte interesse in un anno che in Italia ha regalato poche soddisfazioni. Già il Piemonte nel 2014 si era smarcato dal resto della produzione italiana, proponendo vini di buona qualità e piacevolezza, ma l’area del Barbaresco ha beneficiato più d’ogni altra di un clima speciale. In un anno più propenso alla pioggia che al bel tempo, le colline del Barbaresco hanno avuto almeno 100 millimetri di pioggia in meno del resto dell’Albese e questo ha influito in positivo sulla qualità.

Le cronache di allora ci ricordano come nella zona del Barbaresco l’inverno sia stato mite e la primavera si sia sviluppata con regolarità. A un’estate alterna, con periodi caldi e altri più freschi, è seguito un settembre “impeccabile”, caldo di giorno e fresco di notte, proprio il clima prediletto dal Nebbiolo. La vite ha reagito bene all’andamento climatico: la germogliazione, la fioritura e l’allegagione (fase iniziale dello sviluppo dei frutti, ndr) sono state precoci e poi, gradatamente, la precocità si è attenuata, fino a portare la maturazione dei grappoli in epoca “canonica” (inizio ottobre). Molto positiva è stata la lentezza del ciclo vegetativo che ha aiutato i grappoli a procedere verso la maturazione con i ritmi giusti, senza forti accelerazioni o rallentamenti.

Dal punto di vista organolettico, il Barbaresco 2014 è ricco di colore, ampio di profumi e soprattutto longevo. C’è chi a ridosso della vendemmia l’aveva paragonato al glorioso 1971. Forse non sarà proprio così, ma chi ha lavorato bene in vigna e cantina metterà sul mercato vini di grande livello. Ma c’è un rischio: cioè che le vicende non favorevoli che hanno caratterizzato nel 2014 altri vini italiani possano influenzare le valutazioni della critica, negando a priori al Barbaresco le attenzioni che meriterebbe.

Nel 2014, il potenziale viticolo del Nebbiolo da Barbaresco era di 733 ettari e la produzione effettiva è stata di 4.356.800 bottiglie.

Il Barolo Docg 2013. L’annata 2013 è stata di quelle importanti, che si ricordano con facilità. Già il susseguirsi impeccabile degli eventi climatici l’ha resa maestosa e rimarchevole. L’inverno è stato piuttosto prolungato, ma non troppo rigido: il periodo più freddo è stato il mese di febbraio, con temperature anche molto basse, ma di breve durata. Le nevicate sono state poche e di lieve entità. Ciò che non è caduto come neve si è riversato nei mesi primaverili come pioggia, che è stata spesso intensa e insistente, procurando anche problemi alla difesa fitosanitaria dei vigneti.

Favorevole è stata la stagione estiva, con un clima equilibrato: ai periodi, non troppo prolungati, di grande caldo si sono alternati bruschi temporali, spesso eclatanti. La perfezione climatica si è avuta a settembre e ottobre. La vendemmia si è svolta nel cuore di ottobre.

In sintesi, quindi, il 2013 è stata una bella annata tardiva, con un quadro acido importante, che ha obbligato ad aspettare la maturazione. Ed è stata anche l’annata delle posizioni assolate e dei viticoltori meticolosi. Molti l’hanno avvicinata al 1989, 1996, 2001 o 2004. Dopo tre anni di evoluzione in cantina, i Barolo 2013 stanno mantenendo le promesse: sono vini dai colori intensi e saldi, dai profumi ampi e persistenti, dal sapore grande e durevole. Vini da acquistare e accantonare per degustazioni di lungo corso.

Nel 2013, la vigna di Nebbiolo da Barolo copriva 1.984 ettari e la produzione è stata di 13.902.404 bottiglie.

Giancarlo Montaldo

 

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