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Acna: l’Eni risponde sui danni dell’alluvione

Acna: l'Eni risponde sui danni dell'alluvione

VALLE BORMIDA Tirata in ballo più volte negli ultimi mesi dagli amministratori della Valle Bormida a proposito del dopo Acna, Eni-Syndial (la società oggi proprietaria del sito di Cengio) ha rotto il silenzio attraverso un comunicato nel quale conferma i danni causati dalla piena del Bormida attorno all’ex stabilimento, ma precisa che «l’evento alluvionale non ha in alcun modo interessato il muro perimetrale della zona A1 (la discarica, nda), né le aree interne».

Sulla contaminazione delle acque, emersa dalla risposta a un’interrogazione presentata dai consiglieri regionali del Movimento 5 stelle, Eni-Syndial sottolinea che «le scarse tracce di contaminazione residua riscontrate sono confinate in circoscritte aree sotto controllo», aggiungendo che «dal monitoraggio delle acque di falda si evince che non ci sono tracce rilevabili di contaminazione nel fiume». La società proprietaria del sito ex industriale annuncia anche che sono in corso ulteriori indagini «per dare una precisa localizzazione alla sorgente di contaminazione nell’area e che, pur non essendo ritenuta responsabile della contaminazione, sta completando gli approfondimenti tecnici per avviare un sistema di pompaggio delle acque di falda».

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Una recente immagine aerea del sito Acna di Cengio.

Infine, sulla questione dai cattivi odori riscontrati nei pressi del sito (nella zona lo chiamano “odore di Acna”), Syndial dichiara che si sta completando la copertura dell’area A1 e che, per limitare le emissioni, sono stati utilizzati prodotti isolanti, calce e un materiale a base di cellulosa e sono stati ricoperti con materiale da cava circa 1.200 metri quadri di superficie. Inoltre, conclude la nota di Syndial, «è in atto un capillare sistema di monitoraggio giornaliero con stazioni mobili, oltre alle quattro fisse, più approfondito rispetto a quanto previsto dal progetto autorizzato e al momento non sono stati rilevati impatti di emissione significativi, benché la soglia odorigena per alcune tipologie di composti sia percepibile nelle immediate vicinanze, senza rischi per tutela della salute e dell’ambiente».

Proviamo a riassumere: il muro ha retto alla piena e il fiume non è inquinato, le acque sotterranee sono contaminate, ma sotto controllo; per l’inquinamento all’esterno Eni non è responsabile (ma, nel dubbio, pomperà via le acque) e i cattivi odori ci sono, ma non fanno male. Queste spiegazioni basteranno agli amministratori della Valle Bormida?

Corrado Olocco

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