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Giuseppe Torreri, detto Torrès, l’eroe misconosciuto del Risorgimento

Giuseppe Torreri, detto Torrès, l'eroe misconosciuto del Risorgimento

CORNELIANO

Giuseppe Torreri fu figura straordinaria del Risorgimento

Una vita ribelle è il più recente lavoro dello storico benese Tommaso Salzotti dedicato alle avventure, cospirazioni e guerre di Giuseppe Torreri detto Torrès, e sostenuto dalla fondazione Torre di Corneliano. Torreri fu un personaggio straordinario e misconosciuto del Risorgimento: esule in Francia e a Londra, volontario in Grecia e nella Legione straniera belga; affiliato alla società segreta dei Cavalieri della libertà, ma pure guerrigliero in Spagna e in Portogallo; cospiratore di scuola mazziniana e combattente della prima guerra d’indipendenza comandando Nino Bixio e Goffredo Mameli.

Nato a Corneliano nel 1803 Torreri fu dittatore militare a Livorno e sempre in prima linea tra gli uomini che fecero l’Italia. Salzotti spiega: «Torrès è un personaggio inafferrabile, che entrava e usciva dall’Italia di volta in volta libero come un guerrigliero o umiliato nell’oscurità delle carceri e rivestito dei panni dimessi del cospiratore».

Nei testi del 150° anniversario dell’Unità d’Italia non ha trovato né un posto né una citazione. Ma come è nata la passione per il personaggio? «Quel poco che venni a sapere di Pietro Giuseppe Luigi Torreri fu non nella sua provincia ma in Toscana, nella biblioteca Labronica di Livorno dalla voce di uno storico che accennò a un piemontese spavaldo che, arrivato dalla Francia, aveva arringato il popolo e s’era fatto dittatore di Livorno, nel ’48. Il consiglio fu di consultare le opere del Guerrazzi, il nemico numero uno del Torrès: lo aveva espulso due volte dalla Toscana per reprimere le “mene repubblicane”».

«Mi mancava la cornice degli avvenimenti e gli anni “vuoti” erano troppi. Del resto, anche nella tradizione orale della sua famiglia erano stati tramandati gli aspetti più discutibili del personaggio. Alla sua morte la famiglia ne rimosse parzialmente la memoria, ma poi arrivò l’incontro con uno dei discendenti (e presidente della fondazione), Alessandro Torreri, che mi permise di utilizzare l’archivio di famiglia».

«Un punto di svolta mi fu dato dalla Storia del Piemonte di Angelo Brofferio. L’avvocato e politico gli fu amico e difensore; lo ammirava definendolo “un eroe di Plutarco” per il suo inseguimento degli austriaci dopo le Cinque giornate di Milano. Altre tracce di Torrès si trovano nel terzo volume dell’Archivio triennale delle cose d’Italia, 1855, di Carlo Cattaneo».

Francesca Gerbi

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