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Migliori servizi sanitari grazie ai rinnovati livelli di assistenza

Servizio sanitario regionale: nel 2017 previste 500 nuove assunzioni

SALUTE «Un passaggio storico per la sanità italiana», dopo 15 anni di attese e rinvii. Così Beatrice Lorenzin, ministro della salute, annunciava il 12 gennaio la firma apposta dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni sui nuovi Lea.
Si tratta dei livelli essenziali di assistenza, che definiscono le attività e le prestazioni garantite ai cittadini dal Servizio sanitario nazionale, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). Il nuovo provvedimento – previsto dalla legge di stabilità 2016, che ha disposto uno stanziamento di 800 milioni di euro per la loro applicazione – sostituisce integralmente il vecchio decreto del presidente del Consiglio dei ministri, risalente al 29 novembre 2001.

La palla passa alle Regioni

Dopo il visto della Corte dei conti e la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, i Lea potranno ufficialmente entrare in vigore. Le procedure attuative spetteranno alle Regioni, enti competenti in materia sanitaria. Inoltre, è stata istituita la Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Lea, con l’inserimento puntuale di nuove prestazioni e la cancellazione di quelle obsolete.
Ma che cosa prevedono i livelli essenziali di assistenza? In primo luogo, importanti novità riguardano il piano vaccinale nazionale, con l’introduzione di nuovi vaccini (anti-papillomavirus, anti-pneumococco e anti-meningococco), con l’estensione a nuovi soggetti, come per il vaccino contro il papillomavirus, previsto anche per gli adolescenti maschi.
Inoltre, tutti i vaccini, sia quelli di nuova introduzione che quelli già presenti, saranno gratuiti per i loro destinatari: nuovi nati, adolescenti, persone di età pari o superiore a 65 anni e soggetti a rischio di tutte le età, a seconda della tipologia di vaccino.
Fondamentale è l’inserimento nei Lea della diagnostica neonatale, estesa a tutti i nuovi nati per le malattie metaboliche ereditarie. Con il nuovo provvedimento, inoltre, sono stati aggiornati e revisionati gli elenchi delle malattie rare e delle malattie croniche. Per quanto riguarda le prime, sono state inserite 110 nuove patologie, le cui prestazioni saranno erogate in regime di totale esenzione. Per le croniche, sono state spostate in tale categoria patologie rientrate precedentemente tra le rare, come la malattia celiaca e la sindrome di Down.
Altre malattie, come l’endometriosi negli stadi di “moderato” e “grave”, vengono considerate per la prima volta croniche, consentendo così ai pazienti di ottenere esenzioni per le cure specialistiche necessarie.
Francesca Pinaffo

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