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Abitare il Piemontese: con Paolo Tibaldi impariamo il significato di “Suagné”

Abitare il Piemontese: con Paolo Tibaldi impariamo il significato di "Suagné"

ABITARE IL PIEMONTESE

Suagné: Aver cura, allietare, trattare con premura

Scoperta la prima volta intorno al 1350, in periodo di Basso Medioevo, ricorda senz’altro il “soin” (= cura) francese e il relativo verbo “soigner”. Il significato è riconducibile ad un atteggiamento premuroso, accorto, accondiscendente nei confronti di qualcuno.

Una piccola nota grammaticale a cui prestano ormai attenzione i lettori della rubrica: il dittongo piemontese “ua”, si scrive e legge come in italiano.

Chiaramente, nella forma riflessiva, il verbo assume il significato di avere cura di sé stessi: lo si sente pronunciare in riferimento all’attenzione del vestire e della pulizia della persona, consegnandosi così in maniera dignitosa, pronti ad intrattenersi in relazioni umane, sociali, paesane.

Proprio sulle nostre colline, non sono pochi i negozietti ma soprattutto i ristoranti più epici, di conduzione prettamente familiare, i cui gestori sono persone che si prendono autentica cura dei propri clienti, assidui ed occasionali senza distinzione (o comunque si spera), con saluti a suon di battute ricorrenti e caricaturabili, tanto da farli sentire a casa loro e riempiendoli di ogni possibile sollazzo per la pancia, ma anche per il benessere dello spirito.

Ciò che spinge queste formidabili realtà non credo sia soltanto la tanto temuta minaccia del passaparola negativo o del più moderno TripAdvisor, quanto piuttosto un animo nobile che ha come missione l’effettiva soddisfazione di chi ha scelto di passare del tempo in quel luogo e con quelle persone. D’altronde, nello stesso modo si comporterebbe anche una nonna nei confronti del nipote che le ha appena dichiarato di essere affamato.

Per non farci mancare le sfaccettature metaforiche, quando si parla di qualcuno che ha conciato per le feste un malcapitato, si può senz’altro utilizzare questo verbo. (O ȓ’ha suagnalo con ch’is deuv = Lo ha sistemato per le feste).

C’è chi lo ha sentito pronunciare dai nostri “vecchi” in modo piuttosto ironico, per mogli o mariti che dimostravano un’eccessiva riverenza verso il coniuge; oppure per sottolineare l’ingratitudine di chi, nonostante ricevesse continuamente servizi e premure, si mostrava completamente irriconoscente.

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