At-Cn: Delrio non fa promesse ma si dice ottimista

Aci Cuneo: «L'Asti-Cuneo incompleta, dal 2013, ci è costata 144 incidenti, 251 feriti e 4 morti»

CUNEO Viene salutato con i colori dell’avvento, come immagine di speranza ma anche come occasione espressiva di rabbia: quando il 6 marzo il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio arriva in Prefettura a Cuneo lo accolgono non molti sindaci del Cuneese. C’e aspettativa, gioia, sdegno, desiderio di resa dei conti.

Si discute il destino dell’Asti-Cuneo. Infrastruttura mai ultimata, incompleta dopo anni di promesse disattese e rimandi. Un’ipotesi di tratto stradale che, come ha ricordato il primo cittadino di Alba Maurizio Marello, «ha esasperato le nostre popolazioni». Ha proseguito il sindaco: «Lo dico a te non come persona, ma come ministro: non siamo più disponibili a scendere a compromessi su questa vicenda. L’autostrada deriva da un contratto firmato nel 2003, poi modificato nel 2012 e che aveva previsto come termine dei lavori il 2016. Ma a marzo 2017 ci ritroviamo nella stessa situazione di cinque anni fa. Chiediamo che l’opera venga ripresa affinché si possa attuare il lotto 6 del tronco Roddi-Verduno, incompleta per 6 km. Chiediamo inoltre la realizzazione della provinciale 7 per l’ospedale di Verduno e l’adeguamento della tangenziale». Il sindaco di Bra Bruna Sibille ha aggiunto, severa: «Non vogliamo che questo giorno sia l’ennesima assemblea formale, per incontrarci tra qualche anno con un altro ministro senza nulla di concluso. Vogliamo indicazioni in tempi concreti».

Graziano Delrio ha preso la parola nel silenzio della sala: «Perché siamo arrivati fin qui? Primo, il contesto: purtroppo, quello dell’Asti-Cuneo è un problema comune al sistema delle concessioni italiane. L’acqua in cui nuotiamo in questo settore è molto complicata. Lo Stato ha situazioni contrattuali per le quali non riesce a far valere le proprie ragioni». E ha aggiunto: «C’è, poi, il problema dei costi. Spesso si tende a progettare, nel nostro Paese, opere con costi maggiori rispetto al reale. Nel caso dell’Asti-Cuneo su questo aspetto l’interlocuzione con la concessionaria non è affatto semplice».

Derio è poi passato alle ipotesi sul piatto: «In discussione ci sono il progetto originario con la galleria a doppio fornice (680 milioni di euro, pronta entro il 2021: un’ipotesi che comporta l’8 per cento di incremento tariffario per sei anni), il progetto monofornice (richiede di nuovo la Valutazione d’impatto ambientale, dunque tempistiche più lunghe, e 7 per cento di incremento tariffario per sei anni), oltre al progetto con la soluzione progettuale esterna ovvero il tracciato in superficie. Quest’ultima opzione risulta tra le maggiormente “papabili”, in quanto prevede un costo minore (310 milioni), una durata inferiore (37 mesi) con l’ultimazione dei lavori entro il 2020. L’opzione comporta un aumento del pedaggio del 3,5 per cento in sei anni, ma è comunque preferibile rispetto alle altre. Se aumentassimo troppo il pedaggio le autostrade si svuoterebbero».

Delrio è infine arrivato al tono duro: «Lo Stato non è un bancomat dei concessionari; dobbiamo stare attenti a non chiedere troppo. È da anni che aspettate, vero, ma quello che vivete voi lo vivono anche da altre parti nel Paese. Se non c’è più traffico sulle autostrade lo Stato non può compensare l’assenza di risorse e introiti. La storia delle concessioni autostradali va cambiata piano piano. Voglio lavorare con voi».

La proposta cuneese del ministro dei trasporti ha guardato al crossfinancing, la metodologia grazie a cui le autostrade più grandi possono finanziare quelle che faticano con il pedaggio. Ha specificato Delrio: «Male che vada entro tre anni e mezzo ultimeremo i lavori, se adottiamo la soluzione esterna. La revoca della concessione non è una strada possibile. Vogliamo invece creare un accordo con la concessionaria, monitorare i lavori, stabilire se l’ipotesi del crossfinancing funziona oppure no. Non smetteremo di lavorare. Entro giugno tenteremo di riordinare il sistema degli appalti a livello nazionale con la firma dell’atto aggiuntivo. Non faccio promesse, ma sono ottimista».

Nella sala sono risuonati perplessità e un certo inespresso sgomento. Ancora una volta, sull’At-Cn, chi chiedeva certezza deve accontentarsi di mezze promesse.

Matteo Viberti

Giovanni Monchiero torna a interrogare il ministro Delrio sull'Asti-Cuneo
Oggi a Cherasco l’autostrada finisce… in un campo.

Marello: si sono fatti di nuovo i conti senza la concessionaria

ALBA Un misto di delusione e speranza. La visita lampo di Graziano Delrio a Cuneo lascia l’amaro in bocca, perché attesa da due anni e conclusa con l’ennesimo rinvio: il sopralluogo al cantiere dell’A33 è stato annullato all’ultimo minuto come l’incontro con oltre 70 sindaci della Granda, previsto a Pollenzo.

Il sindaco di Alba Maurizio Marello, presente a Cuneo, commenta: «Dell’incontro salvo due cose: che il ministro sia venuto e che abbia indicato tempi precisi (la firma del contratto con la concessionaria a giugno e la conclusione dei lavori a giugno 2020)». <EM>Marello però prosegue: «Ancora una volta si sono fatti i conti senza l’oste, mancava la concessionaria. Già nel 2012 si andò a toccare il progetto e a trovare un accordo, ma il cantiere è rimasto fermo. Inoltre non mi è piaciuto che all’incontro non abbiano potuto partecipare tutti i sindaci che aspettavano il ministro a Pollenzo. Qui veniamo al terzo aspetto: la mancata visita al cantiere, dopo appelli continui e anni di attesa, non può vederci soddisfatti».

Il presidente di Confindustria Cuneo Franco Biraghi si definisce invece moderatamente soddisfatto: «Sarò contento quando vedrò il cantiere ripartire, ma oggi il ministro ha dato segnali precisi decidendo di sposare il progetto in superficie proposto da Confindustria. Delrio ha sottolineato come questa soluzione sia l’unica possibile con un costo di 300 milioni di euro e un aumento dei pedaggi del 3,5% per 6 anni contro il 6% per sei anni che richiederebbe la galleria a doppia canna». Biraghi non risparmia una frecciatina al sindaco di Alba: «Ora l’importante è agire senza distinguo, senza chiedere a ogni costo opere accessorie, prendiamoci l’autostrada, per le opere complementari ci sarà tempo».

Il deputato di Scelta civica Mariano Rabino commenta: «Finalmente, dopo diverse sollecitazioni, il Governo ha dato una importante risposta a chi attende da troppo tempo ormai il completamento dell’A33. Monitorerò settimana dopo settimana fino a giugno i progressi fatti con la concessionaria per arrivare alla riapertura del cantiere».

Marcello Pasquero

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