I giovani viticoltori che non abbandonano i sorì del Moscato

I giovani viticoltori che non abbandonano i sorì del Moscato

VITICOLTURA È quasi giunta al termine la nuova ricerca a carattere storico-culturale sui cosiddetti sorì, i vigneti storici della zona del Moscato d’Asti. Il tema conduttore è la presenza di giovani viticoltori. Tra il 2013 e il 2015, erano state effettuate numerose ricerche che avevano portato alla realizzazione del libro Fatica del sorriso-Le vigne da salvare, edito nel febbraio 2015 dal Consorzio di tutela dell’Asti. Il libro conteneva interviste ad anziani viticoltori ultrasettantenni che continuavano a coltivare vigne impossibili. L’attuale ricerca, voluta dall’Assessorato regionale all’agricoltura è invece orientata verso i giovani viticoltori presenti tra i sorì del Moscato, quelli che, nonostante difficoltà e incertezze, continuano tenacemente a coltivare quei vigneti.

Già nella precedente ricerca erano presenti giovani viticoltori (nipoti o parenti degli intervistati), che avevano accennato ai loro problemi e alle loro attese. Da parte di molti, emergeva la volontà di continuare il lavoro dei loro avi, di non rinnegare radici secolari, di essere ancora protagonisti tra vigneti e cantine. La presenza giovanile tra i sorì del Moscato d’Asti rappresenta un timido segnale di speranza verso il drammatico problema dell’abbandono dei vigneti, tema importante anche per la salvaguardia sul piano idrogeologico e ambientale di un territorio proclamato dall’Unesco patrimonio dell’Umanità.

La ricerca si è estesa alle tre province del territorio d’origine del Moscato, coinvolgendo figure di viticoltori che operano in contesti diversi: giovani che vendono l’uva moscato, che la trasformano e vendono il vino sfuso o che trasformano, imbottigliano e commercializzano il Moscato. Sono stati intervistati 18 viticoltori di Cossano Belbo, Camo, Castiglione Tinella, Santa Vittoria d’Alba, Strevi, Acqui Terme, Santo Stefano Belbo, Mango e Neviglie. Dalle interviste sinora raccolte, emergono con chiarezza problematiche e timori, ma anche speranze, progetti e una certa fiducia nell’avvenire. Ecco due testimonianze.

Non ho orari, soprattutto durante i periodi di massimo lavoro: altro che week-end al mare! I sorì ti bloccano da aprile a ottobre. Nonostante questo e molti rischi, come la grandine o il tempo avverso, io resto qui», dichiara Andrea Culasso, 28 anni, di Camo.

«Noi lavoriamo volentieri. Siamo appassionati, ma soprattutto abbiamo un’attività che ci piace. Nei nostri sorì la pendenza è del 40 per cento e in certi casi supera il 50. Per non affaticarci troppo e non perdere l’equilibrio appoggiamo il piede in alto, alternando il destro al sinistro», affermano Ilaria e Paolo Grimaldi, 26 e 29 anni, di Santo Stefano Belbo.

La bozza della nuova ricerca sui sorì del Moscato d’Asti sarà presentata al prossimo Vinitaly, presso lo stand della Regione Piemonte.

Lorenzo Tablino

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