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Elsa Fornero: la riforma che ci ha salvati

Elsa Fornero: la riforma che ci ha salvati

IL COLLOQUIO «Quando le donne prendono decisioni forti, vengono spesso accusate di essere cattive. Che cosa avrebbero detto se fossi stata un uomo?». Lo dice Elsa Fornero ad Alba, ospite di Fidapa in Banca d’Alba. Ministro del lavoro e delle politiche sociali durante il Governo tecnico di Mario Monti, Elsa Fornero non si sottrae alle sue responsabilità, ma cerca di spiegare le ragioni alla base dell’impopolare riforma delle pensioni che porta il suo nome e che è tuttora in vigore. Facendosi portavoce di una totale parità tra i generi, Fornero è intervenuta a Banca d’Alba sabato 8 aprile, ospite del convegno “Women’s empowerment in the economy”, organizzato dal distretto Nord ovest-Sezione di Alba della Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni affari).

Fornero, che cosa è andato storto nella sua esperienza di ministro?

«Un insieme di elementi, a partire dalla politica stessa che ha preso le distanze dalla riforma: è stata strumentalizzata dagli altri partiti per screditarci. Si è perso il ricordo delle circostanze drammatiche in cui siamo stati chiamati a operare. Basti pensare che, secondo la Banca centrale europea, la riforma delle pensioni era in testa agli interventi più urgenti per salvare l’Italia. Nel 2017, conta che la riforma ci farà risparmiare 80 miliardi di euro, motivo per cui ogni documento europeo ne auspica con forza il mantenimento».

Quali correttivi possibili?

«È necessario pensare alle pensioni dei giovani: lo Stato dovrebbe intervenire, attingendo dalla tassazione generale e coprendo i contributi di chi è disoccupato o non può lavorare, per esempio chi deve occuparsi di un familiare disabile o malato. In più, occorre un nuovo punto di vista: mandando le persone in pensione precocemente, non si creano nuovi posti di lavoro. Serve un sistema in grado di offrire opportunità a chi è capace di lavorare, indipendentemente dall’età e dal genere».

Parlando di genere, l’Osservatorio Inps attesta un divario: se il 63,1% dei pensionati percepisce meno di 750 euro al mese, per le donne la percentuale sale al 76,5%. Perché, Fornero?

«Le pensioni delle donne sono più basse perché le loro carriere sono state retribuite in modo peggiore e hanno avuto una durata inferiore. Alla base c’è una discriminazione travestita da favore: le donne lavorano in casa e fuori, per questo si è sempre preteso di mandarle in pensione prima. Basti pensare alle baby pensionate di un tempo, che oggi sono anziane e percepiscono una pensione bassa. Parità vuol dire rifiutare compensazioni e chiedere di essere valutate per il merito».

Come economista, qual è il futuro dell’Italia?

«Il futuro del Paese è nell’Europa, di cui dobbiamo essere protagonisti e promotori. Questo antieuropeismo – di cui Renzi si è fatto sponsor – deve venire meno. Mi sento di dire che è inimmaginabile abbandonare l’euro, perché ogni altra moneta sarebbe peggiore: niente “Italianexit”, per favore».

Francesca Pinaffo

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