Sulle nuove etichette verrà scritto dov’è stato munto e lavorato il latte

Sulle nuove etichette verrà scritto dov’è stato munto e lavorato il latte

ALBA Da domani, 19 aprile, i prodotti lattiero-caseari commercializzati in Italia dovranno riportare in etichetta l’origine del prodotto, secondo quanto previsto dal decreto del 9 dicembre scorso, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.15 del 19 gennaio 2017.

Riprendiamo la rubrica Consumatori pubblicata su Gazzetta d’Alba del 10 gennaio.

Presto compariranno su tutti i tipi di latte e sui prodotti lattiero-caseari pre-imballati, purché siano made in Italy e destinati a essere venduti sul mercato nazionale, fra cui burro, yogurt, crema di latte, kefir, cagliate, le nuove etichette. «Si tratta di un’idea italiana», spiega Tommaso Lo Russo del Comitato difesa dei consumatori di Alba e Bosia, «approvata dalla Commissione europea con la procedura del silenzio-assenso». Sulle nuove etichette verrà indicato lo Stato in cui è stato munto il latte e lo Stato in cui è stato lavorato. Se il latte è stato munto, confezionato e trasformato nello stesso Paese, l’indicazione di origine può essere riportata con una sola dicitura: ad esempio “Origine del latte: Italia”. Sono esclusi dall’obbligo di origine in etichetta i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi all’origine e il latte fresco già tracciato.

«La vicenda del silenzio-assenso in ambito Unione europea, chiude, alla meno peggio, una situazione compromessa», commenta Lo Russo. «Basta guardare le tante cisterne di latte che transitano da noi per capire che l’Italia ha fatto molto contro sé stessa e di come gli altri Paesi dell’Unione abbiano difeso meglio i loro interessi. Rimane l’amaro in bocca sul fatto che, per far approvare un provvedimento sacrosanto, abbiano dovuto passare al metodo del silenzio-assenso. Ma, alla fine, è stato meglio così».

Italiani golosi di latticini

Gli italiani sono molto golosi di latticini. Nel 2015, da un dato dell’associazione dei coltivatori, si nota che sono stati consumati in media 48 chilogrammi latte a persona. «Siamo settimi», conclude Lo Russo, «tra i maggiori consumatori mondiali di formaggi, con 20,7 kg a testa all’anno, subito dopo francesi, islandesi, finlandesi, tedeschi, estoni e svizzeri».

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