ABITARE IL PIEMONTESE
Rangesse: aggiustarsi, risolvere situazioni, essere responsabili e attenti
Sant’arangg-te: Hora pro nobis! Il Santo protettore di chi non ha aiutanti in ciò che sta svolgendo…o perché non li desidera, o perché costretto a prendersi le proprie responsabilità. La parola di questa settimana è proprio: “rangesse”, aggiustarsi, magari riuscendo a trovare lavoro, risolvere situazioni, sciogliere nodi; taluni dicono anche giustamente “arangesse”, ma in senso ampio significa comunque e sempre sopravvivere, farcela.
La parola in questione, è un verbo volutamente nella forma riflessiva per sottolineare la predisposizione di chi sa mettere in sesto da sé una situazione, per volontà o necessità. Chiaramente deriva da “rangé” o “arangé”, ovvero aggiustare, sistemare, rammendare… addirittura appianare una relazione piuttosto turbolenta, valevole anche in ambito economico, lavorativo, come per esempio saldare un conto in sospeso o accordarsi dopo una discussione. “Si ȓ’han rangià cola deȓ bitìr, is peuȓ rangesse tut” (Se hanno aggiustato quella del burro, si può aggiustare tutto).
Questo verbo, così come le parole proposte generalmente, non è casuale… o meglio, non è stato pescato tra l’infinità che la nostra lingua offre; racconta il tenace approccio che qualcuno ha avuto su questo territorio prima di noi: persone integre che hanno saputo “rangé” o “rangesse”, in modo da “tirare avanti” con valori propri e universali, insistendo, resistendo ed esistendo in tempi e luoghi dove la dignità dell’essere umano veniva impietosamente schiacciata dal disagio assoluto; persone che prima di noi hanno parlato questa lingua per fronteggiare problemi, risolverli, ribellarsi, piangere, stringere i denti, prendersi cura; per intendere “casa”. Persone a cui, sicuramente, dobbiamo qualcosa di più che un conveniente scudo patriottico.
A loro va la principale dedica di questa rubrica.
Paolo Tibaldi
