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Fabio Giachino, pianista di Alba in Danimarca, sarà ospite da Alec

Fabio Giachino, pianista di Alba in Danimarca, sarà ospite da Alec

INCONTRO  Il musicista, astro del jazz,  mercoledì 10 maggio in via Maestra 30

Con cinque album registrati in cinque anni di fila, un’attività concertistica da giramondo (è appena rientrato dal Nepal), le molte e diverse collaborazioni aperte unite alle segnalazioni e ai premi, Fabio Giachino, pianista jazz di trent’anni giusti, albese trapiantato a Torino, è quel che si dice una rivelazione, ma senza il sospetto di sentir usare una formula di comodo, da fascetta editoriale. A spulciare le note che gli hanno dedicato musicisti eminenti, ritornano gli apprezzamenti sulla consistenza e completezza del suo pianismo, che riesce a combinare preparazione e istinto, capacità di ascolto e d’invenzione, con una maturità non scontata. È un vero e proprio viatico di Paolo Fresu a ribadirlo, nelle note del nuovo capitolo discografico di Fabio Giachino, uscito in questi giorni per l’etichetta Tosky records: North clouds, un disco in trio (che si allarga a quartetto e quintetto in alcuni momenti) registrato a Copenhagen a settembre e frutto di una residenza artistica propiziata dall’ambasciata italiana in Danimarca.

Nell’ultimo album, le impressioni dei cieli del Nord

«Come le nuvole dei cieli del nord», scrive Fresu, «Giachino si muove in velocità, spinto dal vento della curiosità e della passione. Vento che, siamo certi, lo porterà lontano». North clouds è il lavoro presentato all’anteprima di Alba jazz festival il 20 aprile: in otto nuove composizioni originali, appuntate e scritte quasi in forma diaristica, Fabio Giachino fa confluire luoghi, immagini, luci e “pezzi di tempo” del suo soggiorno danese. E danesi sono anche i compagni di viaggio, con cui varia l’interplay del suo trio: invece di Davide Liberti e Ruben Bellavia, suonano qui Matthias Flemming Petri al contrabbasso ed Espen Laub von Lilienskjold alla batteria; i sassofoni di Benjamin Koppel e il bandoneon di Paolo Russo amplificano apporti e tinte di questi «danish sketches», che nascono dalla quotidianità: un’attesa imprevista in aeroporto, le impressioni della città di Charlottenlund, la vista di un cigno che pare danzare, il vento della spiaggia del Poetto vicino Cagliari, una reminiscenza e un contrasto climatico…

In chiusura, un brano di Duke Ellington, Azalea, scoperto e fatto proprio nell’estate danese: non una divagazione ma una traccia ulteriore di quell’esperienza. A scorrere la scaletta degli album di Fabio Giachino a fronte dei suoi brani originali compare almeno uno standard, reinterpretato con sonorità su cui si può misurare il clima generale del disco. Ellington era già stato ripreso, così come Thelonious Monk; altre volte sono ballad, oppure progressioni di accordi di un brano su cui viene costruita una composizione nuova, o arrangiamenti su un ritmo inedito e trasformante (è il caso di Lover stay away, che è un ironico ribaltamento, anche di senso, della canzone Lover come back to me). Sono anche, queste, spie e indizi della cultura e delle predilezioni di Fabio Giachino, così come il suo ringraziamento ideale e duraturo a Herbie Hancock.

Avremo occasione di parlare con Fabio Giachino di queste e altre fonti, del suo percorso musicale (che parte dall’istituto Lodovico Rocca di Alba, da un diploma e laurea al Conservatorio) e dei suoi progetti nella serata di mercoledì 10 maggio (ore 21), ad Alba, nella sede dell’associazione Alec-Gianfranco Alessandria (al 2° piano di via Vittorio Emanuele 30). È un appuntamento della serie Musical box; l’ingresso è libero.

Edoardo Borra

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