Madòna, un termine che in piemontese assume diversi significati, scopriamoli.

Paolo Tibaldi ci racconta aneddoti le

ABITARE IL PIEMONTESE

Madòna: Madonna, madre di Gesù. Suocera.

Vista la cristiana dedica del mese di Maggio alla Madonna, quale migliore occasione per parlarne questa settimana? Prima di essere associata ad una celebre cantante, la parola “Madòna” indica ovviamente la Madre di Gesù, dalla Bibbia chiamata Maria per antonomasia. È una parola che nasce dal latino con “Mea Domina” e si evolve nell’antico toscano “Ma Donna” con il significato di “Mia Signora”.

Il secondo significato attribuibile, soltanto in lingua piemontese, è quello di “suocera”; infatti fino al secolo scorso, nelle nostre campagne, le suocere vivevano insieme, o poco distanti, alla coppia di sposi di cui uno dei due era chiaramente suo/a figlio/a. Proprio alla suocera toccava il compito di tenere le redini economiche, relazionali e decisionali dei due sposini; anche per questo venne presto chiamata “Madòna”, o più precisamente “Maȓe Madòna” (il suo consorte era invece chiamato “Paȓe ‘msé”), poiché la coppia doveva mettersi al servizio di questa saggia Signora.

In tempi più recenti, la suocera viene rappresentata come una figura molto caratteristica e sovente caricaturata esageratamente per le sue doti di annientamento o ostinata invadenza mirata a dominare l’equilibrio della coppia, talvolta dissestato proprio dalla sua presenza. A questo proposito, si suol dire in modo tanto pittoresco, quanto bonario: “Eȓ Madòne stann mach bin ant ij quadr” (Le Madonne stanno soltanto bene nei quadri)

Per esempio, caratteristiche di Vezza d’Alba, nel Roero, sono la cosiddette “Madone a rabel“; un nome, “rabel”, che in piemontese richiama almeno a due significati diversi: può essere inteso come “sparse” – giustificando il fatto che si trattino di dipinti di inizio ‘900 raffiguranti la Madonna, commissionati da contadini devoti per le pareti delle loro case, situate in angoli diversi del paese – oppure come “in rovina” – ammonendo sul rischio che corrono queste opere, su cui già sono visibili i segni lasciati dal tempo.

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