Un vincolo storico per salvare lo sferisterio Mermet

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BALON Un vincolo in difesa del Mermet. È la carta che il comitato nato in città per salvare lo sferisterio intende giocare per cercare di bloccare il progetto di ristrutturazione. Il sasso è stato lanciato dai promotori del comitato, Nando Vioglio e Franco Drocco, che hanno annunciato di aver già avuto contatti con la Regione per valutare la fattibilità dell’operazione.

La strada da percorrere sarebbe quella del vincolo di tipo storico-culturale, sicuramente più praticabile rispetto a quello architettonico, visto che l’ultima parte di pregio architettonico del Mermet – il porticato neoclassico firmato a metà Ottocento dall’archistar dell’epoca Giorgio Busca – è stata abbattuta oltre cento anni fa.

«Non accettiamo questa situazione senza provare a fare qualcosa. Se si attueranno le previsioni del Piano regolatore la pallapugno sparirà da Alba», ha affermato Drocco, precisando: «La nostra azione non è contro qualcuno. Non abbiamo orientamenti politici: se li avessimo perderemmo la credibilità. L’unico obiettivo è salvaguardare l’attività della pallapugno al Mermet».

Al comitato hanno aderito per ora alcune associazioni (Famija albèisa, Italia nostra, Unione nazionale veterani dello sport, Aca, Slow food, La torre cultura), oltre a privati cittadini, come il notaio Vincenzo Toppino, che fino a qualche mese fa si era anche detto disposto ad acquistare lo sferisterio per donarlo al Comune.

La trattativa è andata avanti tra alti e bassi e per ora sembra bloccata, come ha sottolineato Vioglio: «Ci sono stati tentativi per favorire un colloquio tra le parti, ma la proprietà è ferma sulle sue posizioni».

Oltre al vincolo, il comitato ha anche un piano B, ossia studiare per l’area una soluzione alternativa a quella prevista dal Prg e sottoporla all’Amministrazione comunale per ottenere una variante. «Il Piano regolatore ha delle pecche e così com’è non deve essere attuato. L’area è privata e la previsione del Prg dà molta forza alla proprietà. Abbiamo interpellato un urbanista, secondo il quale è difficile pensare a nuove edificazioni nel centro storico», ha proseguito Drocco.

Segnali di apertura sono arrivati dall’assessore al bilancio Gigi Garassino (presente all’incontro con il collega di Giunta Alberto Gatto e il consigliere delegato allo sport Claudio Tibaldi), che ha affermato: «Il Piano regolatore non è sbucato dal nulla, ma ha avuto un lungo iter. E comunque non è immutabile; dopo la sua entrata in vigore sono già state approvate delle varianti. La questione centrale è che il campo è privato e i tentativi di acquisizione non hanno dato risultati concreti».

A lanciare un sasso nello stagno ci ha pensato Fulvio Prandi, di Slow food. «Si rischia di perdere un sito storico. Ci sono precise responsabilità delle Amministrazioni comunali che si sono succedute», ha dichiarato Prandi, sottolineando anche l’assenza all’incontro di esponenti della Pallonistica albese e parlando di «città silente» nei confronti dello sferisterio.

Corrado Olocco

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