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La vacanza italiana di Aliberti Gerbotto, un giallo che porta in giro nella Granda

INTERVISTA Cosa succede se John arriva in Italia e incontra il cugino saluzzese Gian Maria? Ne nasce un tour della Granda e delle Langhe, con la trama di un romanzo. È La vacanza italiana, pubblicato dal giornalista e scrittore Gian Maria Aliberti Gerbotto: saluzzese, cavaliere al merito della Repubblica, ha collaborato, fra gli altri, con il Corriere della sera e Vanity fair con una celebre rubrica di domande indiscrete alle celebrità.

Ha all’attivo dieci libri, il cui ricavato è stato spesso devoluto ad associazioni benefiche. Aliberti Gerbotto a marzo è anche entrato a far parte dei Cavalieri del tartufo e dei vini d’Alba e a novembre presenterà la sua ultima fatica letteraria con prefazione di Marco Berry, alla Fiera del tartufo. Lo incontriamo in un locale di Alba dove ha scelto di ambientare una scena del romanzo: una particolarità dell’opera è che i protagonisti si trovano in luoghi e incontrano personaggi reali.

La vacanza italiana di Aliberti Gerbotto, un giallo che porta in giro nella Granda

Gian Maria, com’è nata l’idea di questo libro tutto ambientato nella Granda?

«Dopo una decina di libri (pubblicati da Piemme, stampati da Mondadori e distribuiti da Rizzoli) dedicati al mondo dei vip, che per lavoro ho intervistato e intervisto per settimanali nazionali, in primis Vanity fair, avevo il desiderio di scrivere finalmente un romanzo: quale luogo migliore dove ambientarlo, se non la mia terra? L’idea si è rivelata vincente e La vacanza italiana, uscito nemmeno sei mesi fa, è già praticamente esaurito».

Come riesci a conciliare la tua attività strettamente giornalistica e quella di autore di libri?

«Nasco giornalista e mi ero prestato a scrivere libri solo con l’obiettivo di portare soldi in beneficenza alla ricerca sul cancro. Poi però la passione per lo scrivere mi ha preso la mano e ora, visto anche il successo ottenuto, mi dedico sempre di più ai miei romanzi».

Tuoi libri precedenti sono stati pubblicati per beneficenza: quanto è importante per te l’impegno nel sociale?

«Moltissimo, perché così sono stato educato da mia madre Silvia. Da ragazzo ero volontario barelliere in Croce rossa, poi sono stato in vari club di service, dai giovani dei Lions al Rotary. Da almeno vent’anni organizzo la consueta vendita in piazza di azalee e arance dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Negli ultimi anni i miei libri hanno fruttato più di venticinquemila euro di beneficenza. Oggi però ho capito che si fa del bene non solo raccogliendo fondi per i più bisognosi ma anche regalando un sorriso agli emarginati che incontro casualmente per strada o facendo due chiacchiere con le persone più introverse. Con il mio amico cuneese Mario Piccioni, che è originario di Amatrice, ultimamente invece siamo andati nelle scuole per ricordare che anche se i telegiornali non ne parlano più, il problema del terremoto è sempre vivo».

Quando potremo incontrarti di nuovo in città?

«Il 25 novembre, nel pomeriggio, presenterò il mio nuovo romanzo nel padiglione centrale della Fiera del tartufo, magari coinvolgendo uno dei tanti chef stellati che cito nel romanzo e nel cui ristorante il mio protagonista di fantasia, beato lui, va a farsela bene».

Intanto dove possiamo seguire le tue attività?

«Il mio fan club su Facebook, che supera i 40mila iscritti, oppure visitare il mio sito www.gianmariaalibertigerbotto.it».

a.r.

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