Nocciole: il pericolo è il ribasso dei prezzi

Nocciole: il pericolo è il ribasso dei prezzi

CHERASCO Il convegno “Il nocciolo. Territorio, filiera, qualità”, voluto dalle associazioni Confagricoltura, AscoPiemonte e Piemonte Asprocor, ha radunato presso il palaexpo di Cherasco diversi protagonisti dell’intera filiera corilicola. Dopo i saluti istituzionali, Gianfranco Latino del settore produzioni agrarie zootecniche della Regione Piemonte è intervenuto a proposito dei futuri scenari di mercato: «Se si considera l’andamento delle superfici di nocciole in Piemonte, le province di Cuneo e Asti fanno da padrone, ma l’area si sta espandendo con conseguente aumento del potenziale produttivo, che inciderà sui prezzi», ha detto. Tra le principali strategie per fronteggiare la situazione, fare scelte varietali ma anche agronomiche, che pongano l’attenzione sulle nuove emergenze fitosanitarie, puntare sulle associazioni e consolidare i rapporti con le industrie, raggiungendo una stabilizzazione dei prezzi con accordi.

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Come da tradizione al convegno non è mancato il rappresentante di un Paese ospite: Bruno Saphy, responsabile dello sviluppo della cooperativa Unicoque di Cancon, ha descritto il settore corilicolo in Francia, che ha una storia piuttosto recente. «Il modello di produzione è di 40 ettari per ogni uomo, con 1.600 ore di lavoro annue e una macchina per la raccolta», ha spiegato: numeri che dimostrano buona organizzazione e competenza.

Le vere nemiche del nocciolo sono le cimici: Paolo Lambertini, field crop expert di Syngenta Italia Spa, ha relazionato a proposito di una strategia comune di intervento per la lotta all’insetto.

In particolare è stata considerata la cimice asiatica, in diffusione crescente, contraddistinta da tendenza all’aggregazione e da capacità di compiere spostamenti rapidi per diversi chilometri, oltre che di resistere a basse e alte temperature. Una proposta per fronteggiarla è la tecnologia Zeon, con formulazione innovativa e massima efficacia. Nadia Valentini di Disafa, Università di Torino, ha trattato poi caratteristiche e problematiche delle principali varietà di nocciole coltivate in Italia: la tonda gentile delle Langhe, contraddistinta da ottime qualità gustative del seme, la tonda Giffoni, utilizzata per consumo fresco e per trasformazione industriale con buona adattabilità a diversi ambienti e la tonda gentile romana, con bassa sensibilità all’eriofide e poco diffusa al di fuori del Lazio.

È seguita una tavola rotonda moderata dal giornalista Ercole Zuccaro a cui hanno preso parte anche l’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero e l’europarlamentare Alberto Cirio che sul ricorso, presentato da enti locali e associazioni contro l’utilizzo della denominazione tonda gentile delle Langhe in tutta Italia, ha detto: «Il Tar del Lazio ha fissato l’udienza per il 21 novembre, chiedendo intanto al Ministero di argomentare maggiormente le ragioni della propria scelta. Questi sono i tempi della giustizia italiana ed è inaccettabile, perché nel frattempo si continua a usare il nome Langhe in tutta Italia e ogni giorno che passa non fa che aumentare il danno economico e d’immagine pagato dai nostri produttori».

Debora Schellino

 

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