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Bo: «Troppi punti critici sulle piste ciclabili cittadine»

Bo: «Troppi punti critici sulle piste ciclabili cittadine»

VIABILITA’ Il capogruppo di Forza Italia Carlo Bo ha inforcato la bicicletta per valutare lo stato di cura delle piste ciclabili cittadine: «Partendo da corso Barolo, giungendo fino a Mussotto, ho percorso larga parte delle piste, verificando le tante segnalazioni raccolte negli ultimi anni da parte degli albesi che, numerosi, hanno lamentato criticità».

Un viaggio che parte da corso Barolo e corso Piave: «In corso Barolo è forte il rischio di scontro tra automezzi e bici, la corsia unica per le due ruote obbliga i ciclisti diretti verso il centro città ad attraversare la strada; ciò complica notevolmente la vita, tant’è che molti rinunciano ad utilizzare la ciclabile. In corso Piave i tratti di pista ciclabile sono spesso non connessi tra loro e, all’altezza di via Dario Scaglione, il percorso per le biciclette si interrompe, per deviare in corso Europa. Molto particolare è ciò che accade a ridosso dell’intersezione con strada Cauda, dove il percorso ciclabile fa una sorta di slalom saliscendi tra i marciapiedi ed i parcheggi».

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In città c’è anche chi utilizza le piste ciclabili come parcheggi.

Non mancano i problemi anche in corso Europa e nelle vie adiacenti: «In via Franco Centro il percorso pedonale-ciclabile è stato fortemente criticato già durante i lavori, in via Dario Scaglione è stato predisposto inizialmente il percorso unico sull’aiuola spartitraffico: un saliscendi continuo contraddistinto da diversi incroci con le auto che svoltano nelle vie perpendicolari. In corso Europa la ciclabile è posizionata tra i parcheggi e il marciapiede. Qui i ciclisti rischiano quotidianamente di essere colpiti da portiere aperte per far scendere i passeggeri delle auto, senza contare che i ciclisti stessi tendono a non rispettare i sensi di marcia»

Bo aggiunge: «In via Einaudi il pericolo per i ciclisti è rappresentato dalle auto che, in concomitanza con l’uscita dalle scuole, vengono parcheggiate proprio sul percorso ciclabile, in corso Fratelli Bandiera vi sono due corsie, una per senso di marcia, per poi sparire di fronte alla stazione, per proseguire poi con una singola corsia e con segnaletica poco visibile. In corso Matteotti la ciclabile passa sul marciapiede, forse uno dei tratti più sicuri proprio perché le interazioni con le auto sono minime ma a causa della mancanza di segnaletica pedoni e ciclisti spesso si scontrano».

Il giro del forzista prosegue in piazza Cagnasso e corso Nino Bixio: «Un tempo c’era una pista ciclabile che percorreva il perimetro esterno di quest’area sopraelevata, oggi, tanto per proseguire su un tema caro all’Amministrazione Marello, fa sfoggio di sé una lunga fila di posteggi a pagamento, tutti disegnati di fresco. Nell’altro tratto, quello che porta alla rotonda, non vi sono più indicazioni del percorso ciclabile tant’è che il tratto è spesso ingombro da auto o rifiuti. In corso Nino Bixio il percorso misto, pedonale e ciclabile, oltre a essere stretto e delimitato da dissuasori in cemento, è spesso accidentato a causa delle radici degli alberi, oltre ad essere poco illuminato».

Chiusura a Mussotto: «La pista ciclabile, di recente costruzione, è ampiamente sottoutilizzata. Il percorso è tutto a saliscendi e non è raccordato con il resto della città, tant’è che il tratto tra la rotonda di Rondò e il ponte Albertino è decisamente poco adatto al transito di biciclette per via dell’elevato volume di traffico, reso ancor più caotico dall’attraversamento ferroviario. Purtroppo i collegamenti mancano anche con il resto del quartiere, tant’è che in direzione Racca non vi è alcuna pista ciclabile, nonostante vi sia un grosso centro commerciale».

Marcello Pasquero

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