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Dopo 117 anni i Negro d’Argentina ritrovano le origini

Dopo 117 anni i Negro d'Argentina ritrovano le origini 3

MONTEU ROERO Si dice che il web azzeri le distanze. A dimostrare come non sia un luogo comune ma la realtà, c’è la storia della riunificazione di due rami della famiglia Negro: quello argentino e quello monteacutese. Il 6 luglio sono arrivati a Monteu Roero quattro argentini di cognome Negro, accompagnati da un amico, parenti di Giovanni e don Dino Negro, per ritrovare le loro radici.

Era il 1899 quando Luigi Negro, allora ventiquattrenne, partì con la moglie Anna diretto in Argentina, in cerca di lavoro come agricoltore. Anni dopo, i discendenti della coppia non hanno più riferimenti sulle loro origini, se non la consapevolezza dell’origine sabauda. Solo grazie al certificato di morte del bis nonno Luigi scoprono l’esistenza di Monteu.

E così usano il web per riallacciare quelle relazioni che si erano allentate a causa della geografia. Nel 2010 Juan Pablo Negro, dopo varie ricerche, trova il profilo di Giuseppe Negro su Facebook, dando vita ad una corrispondenza che ha la sua svolta nel marzo del 2012, quando Marisa e Giovanni Negro, accompagnati da Orsola Appendino, incontrano per la prima volta i parenti vicino a Cordoba, in Argentina. Una visita ricambiata in questi giorni, quando una parte del ramo argentino è arrivata nel Roero, alla scoperta della terra d’origine, con la quale sente un legame viscerale.

L’emozione provata nello scoprire i luoghi piemontesi è forte, soprattutto perché dopo 117 anni sono i primi a far ritorno a “casa”. Il soggiorno si protrarrà fino al 10 luglio, dando ai Negro d’Argentina il tempo di ritrovare i luoghi delle origini: la casa della bis-nonna Anna Nizza ubicata sotto i portici canalesi e il cimitero monteacutese dove riposano i progenitori.

Alla visita privata si sono alternati momenti più pubblici, come  la consegna ufficiale degli atti di nascita e matrimonio tra Anna Nizza e Luigi Negro da parte del sindaco di Canale Enrico Faccenda, i quali conferiranno alla famiglia argentina la doppia cittadinanza.

Valentina Pavese

 

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