Sei istituti scolastici albesi vogliono restaurare il “ciabot dell’Ampelion”

Sei istituti scolastici albesi vogliono restaurare il “ciabot dell’Ampelion”

ALBA I dirigenti di sei istituti albesi presenteranno a fine luglio, al Programma operativo nazionale a sostegno dell’educazione al patrimonio paesaggistico, il progetto “Il ciabot dell’Ampelion”, per ottenere un finanziamento.
Le scuole, infatti, sono i soggetti promotori, disposti ad autotassarsi di tremila euro ciascuna pur di veder realizzata l’idea: il recupero di un edificio storico, il ciabot dell’Ampelion e del suo ampio terrazzo, che saranno restituiti alla città come sede di concerti, conferenze, presentazioni di libri, cerimonie.

Memoria, omaggio, testimonianza

Se poi si considera la testimonianza di un anziano studente, salvato da un rastrellamento, insieme ad altri 19 compagni, perché il preside di allora ve li nascose, il recupero di quel semplice ciabot tra le vigne assume un valore ulteriore: è memoria, omaggio, testimonianza.
«Vorremmo che i nostri studenti acquisissero conoscenza e rispetto della società rurale albese. Solo così potranno andarne fieri e capire che nulla ha da invidiare a quella toscana o francese, se non, forse, una più antica consapevolezza del proprio valore», afferma Marina Viglione, dell’istituto agrario di Grinzane, curatrice del progetto. «Solo così», aggiunge Antonella Germini, dirigente dell’Umberto I, istituto capofila, «saranno capaci di accogliere chi arriva da lontano, sia turista o immigrato».
L’idea ha trovato adesione nei licei Da Vinci (che si occuperà della traduzione dei testi per i turisti e del marketing), nel Govone (che curerà ricerche, stesura e progettazione grafica), nel Cocito (che elaborerà l’App per le prenotazioni delle visite e il sito), e nell’istituto Cillario (che fornirà le guide turistiche). All’Umberto I spetteranno le ricerche su piante e vitigni.
Il progetto impegnerà una ventina di allievi per ciascun istituto, nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. L’ente gestore del sito Unesco sarà partner del piano, portando in dote il coinvolgimento del Miur, che coordina i siti Unesco, e quindi possibili gemellaggi con enti e scuole degli altri siti tutelati nel mondo. Altri partner sono stati cercati nell’Onav, l’organizzazione di assaggiatori vini, e nell’Università del gusto di Pollenzo.
Valeria Pelle

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