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L’Asti secco è un’opportunità in più

L’Asti secco è un’opportunità in più

NEVIGLIE L’Asti secco, il nuovo prodotto non dolce dell’Asti Dogc, è stato ufficialmente presentato durante un convegno svoltosi sabato scorso a Neviglie nell’ambito della manifestazione Good wine. Promotore dell’iniziativa Roberto Sarotto, nella duplice veste di sindaco e produttore vitivinicolo, che ha invitato i protagonisti del mondo dell’Asti, a una riflessione sul futuro dell’intero comparto.

«Abbiamo ritenuto necessario organizzare questo incontro per discutere della situazione di un settore che rappresenta gran parte dell’economia di queste colline. L’Asti secco può essere lanciato in tutto il mondo: è una nuova opportunità anche per i piccoli produttori», è stata la premessa di Roberto Sarotto.

Un tema molto attuale, quello affrontato a Neviglie, poiché il prodotto potrebbe essere disponibile sul mercato a breve e rappresenterebbe un’occasione di rilancio dell’intero comparto, considerando che l’Asti dolce, negli ultimi due anni, ha subito una significativa flessione nelle vendite.

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Da sinistra: l’assessore regionale Giorgio Ferrero e il presidente del Consorzio di tutela Romano Dogliotti,

Al dibattito sono intervenuti il viceministro Andrea Olivero, l’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero, il vicepresidente della Commissione agricoltura della Camera Massimo Florio, il presidente del Consorzio dell’Asti Romano Dogliotti e il direttore Giorgio Bosticco e il presidente di Piemonte land of perfection Filippo Mobrici, che hanno risposto alle sollecitazioni del giornalista Filippo Larganà.

Le domande più ricorrenti sono state: «Perché non prima?» e «Perché l’Asti secco non è stato sperimentato e immesso sul mercato già anni fa?».
Ha spiegato Giorgio Bosticco: «Contrariamente a quanto avviene normalmente, questo nuovo prodotto è nato da una situazione di crisi. Sino a tre anni fa la richiesta dell’Asti era superiore alla produzione, mentre ora le scorte superano la domanda». Ha proseguito Bosticco, alludendo al Prosecco: «È bene precisare che non andiamo a rubare il mercato ad altri prodotti». Il direttore del Consorzio ha poi riassunto il lungo iter burocratico, non ancora concluso, e ha annuncia che, probabilmente, l’Asti secco, sarà in vendita a partire dal mese di agosto con un’etichetta “transitoria”.

Il vice ministro Olivero ha affrontato il tema da una prospettiva più ampia sul mondo del vino italiano: «Dobbiamo far capire che il vino è un alimento che fa parte della dieta mediterranea, della nostra storia e della tradizione, bisogna spiegare, soprattutto ai giovani, cosa stanno bevendo, perché chi conosce un prodotto non ne abusa. Il vino è un alimento e va difeso fino in fondo».

Un altro quesito è «Con l’Asti secco, si vuole affossare l’Asti dolce?». E sembra essere questo il timore di alcuni produttori. L’opinione comune è che la commercializzazione del nuovo vino debba intendersi come un’opportunità in più, per rafforzare il mondo dell’Asti e aumentare la gamma dell’offerta, e che non si debba perdere la peculiarità del dolce.
«È importante soffermarsi sulla qualità, non fare soltanto numeri, ma qualcosa che si differenzi sul mercato», è stata la conclusione di Sarotto.

Silvana Fenocchio

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