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Coldiretti: «Tutelare gli allevamenti delle razze ovine in via di estinzione»

Coldiretti: «Tutelare gli allevamenti delle razze ovine in via di estinzione»

PASTORIZIA Proseguono le anomalie climatiche su tutto il territorio nazionale dopo che l’estate 2017 si classifica come la quarta più siccitosa di sempre, ma che conquista il secondo posto per il caldo con una temperatura media superiore di 2,48 gradi alla media, inferiore solo a quella registrata nel 2003, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac-Cnr.

Non è andata diversamente in Piemonte dove a essere colpite dall’andamento bizzarro del clima, su tutto il territorio, sono state tutte le colture di pianura, gli alpeggi e anche gli allevamenti, esponendo a serie difficoltà soprattutto le razze in via d’estinzione. Dalla pecora delle Langhe alla frabosana, dalla sambucana alla garessina, dalla tacola alla biellese e dalla saltasassi alla savoiarda: tutta la regione detiene un ricco patrimonio ovino particolarmente colpito dai cambiamenti climatici e dalla siccità che, oltre ad azzerare le risorse idriche, ha ridotto drasticamente il foraggio mettendo a rischio la sopravvivenza degli animali stessi. Si tratta di razze prevalentemente da carne e quella delle Langhe da latte dal quale nasce il Murazzano Dop.

«A risentire particolarmente di queste condizioni climatiche sono soprattutto i territori collinari e montani più svantaggiati, dall’alto Piemonte all’alta Langa, su cui insistono imprese dedite alla pastorizia che assicurano, con il loro lavoro, prodotti unici che fanno parte dell’eccellente patrimonio gastronomico italiano da salvaguardare», sottolineano Delia Revelli, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale.

«E’ opportuno, quindi, tutelare le imprese che allevano tali razze ampliando le risorse e facilitando il loro l’accesso alle misure specifiche del Psr, come quella che prevede il sostegno per l’allevamento di capi appartenenti a razze locali minacciate di abbandono, mantenendo la razza in purezza, secondo i disciplinari dei rispettivi libri genealogici o registri anagrafici al fine di salvaguardare il patrimonio genetico e valorizzare le aree marginali, oltre a mettere a punto nuove formule specifiche per le aree vocate alla pastorizia. L’obiettivo primario è quello di salvaguardare il patrimonio genetico e valorizzare i sistemi zootecnici di queste aree, per lo più marginali, in cui sono attualmente allevate le razze locali», concludono i dirigenti di Coldiretti.

 

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