Ultime notizie

I politici discutono, la Chiesa promuove le buone pratiche

A Cagliari l’incontro sul tema del lavoro. Proposte dei cattolici per un nuovo Patto

SETTIMANA SOCIALE Mentre a Roma la politica dibatteva e litigava sulle “prossime elezioni”, a Cagliari, dal 26 al 29 ottobre scorso, la Chiesa si è occupata delle “prossime generazioni”. L’occasione è stata la 48a Settimana sociale sul tema del lavoro, che ha visto riuniti nei padiglioni della Fiera oltre mille delegati, provenienti da tutte le diocesi italiane, compresi 80 tra cardinali e vescovi e più di 200 sacerdoti.

I politici discutono, la Chiesa promuove le buone pratiche 1

Il quadro d’insieme del “lavoro che vogliamo” è stato tracciato da quattro aggettivi presi dall’Evangelii gaudium di papa Francesco: “libero, creativo, partecipativo e solidale”, perché solo così «l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita». Non è stato né voleva essere un convegno celebrativo, tanto meno di sola denuncia; ci sono stati, infatti, momenti di ascolto e, soprattutto, la presentazione di tante “buone pratiche” già esistenti (ne sono state censite 400 dal progetto “Cercatori di lavOro”), oltre all’elaborazione di proposte concrete, consegnate al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e al presidente del Parlamento europeo Antonio Taiani, intervenuti alla Settimana. A Cagliari sono stati presentati dati e statistiche sul mondo del lavoro, a conferma di situazioni drammatiche ma anche di segnali di ripresa e di speranza. Ma l’attenzione principale è stata focalizzata sui volti e le storie delle persone, che il lavoro non riescono a trovarlo o l’hanno perso. O che sono vittime di un lavoro “non degno”, che umilia, sfrutta e schiavizza. «Lavoro nero e precarietà uccidono», ha detto, con tono accorato, Francesco nel video con cui si sono aperti i lavori: «senza occupazione non c’è dignità».

Di fronte, poi, alla drammatica emigrazione di massa dei nostri giovani, ai livelli di povertà crescenti, a un Paese sempre più vecchio e a un’economia che stenta a ripartire con decisione, il cardinale Bassetti, presidente della Cei, ha aggiunto: «Questa situazione è inaccettabile. Si tratta di un fenomeno ingiusto che è il risultato di un quadro sociale ed economico dell’Italia estremamente preoccupante». Da qui, allora, il suo appello alle persone “libere e forti”, che hanno a cuore le sorti dell’Italia, per «promuovere e valorizzare con tutte le energie migliori il sistema-Paese». Ma anche il suo diretto e duro richiamo alla politica: «Il tempo delle chiacchiere è finito. Mai come oggi serve una politica coraggiosa che scelga come norma di indirizzo l’imperativo del bene comune: quell’imperativo che si prende cura della popolazione – a partire dai poveri e dai giovani – in modo autentico e non solo a parole». Quel che occorre, ha concluso il presidente Cei, è un piano di sviluppo per l’Italia, che si basi su due elementi di cruciale importanza: la famiglia, su cui investire con provvedimenti di natura fiscale e di Stato sociale; e il territorio, che va tutelato e messo in sicurezza, valorizzandone anche paesaggi e opere d’arte.

I politici discutono, la Chiesa promuove le buone pratiche
Da sinistra: la delegazione albese presente alla 48a Settimana sociale a Cagliari, Luciano Audasso (consorzio Sinergie sociali), monsignor Brunetti, Piero Reggio (Ufficio pastorale sociale).

Nel suo intervento conclusivo, monsignor Filippo Santoro, presidente delle Settimane sociali ha chiarito che «la Chiesa non è un’agenzia di collocamento sociale», ma ha aggiunto con altrettanta franchezza che «la vita delle nostre comunità non può limitarsi alla catechesi, liturgia, processioni e benedizioni». Occorre tornare alla Dottrina sociale della Chiesa, da tradurre in responsabilità sociale e politica, con i cattolici italiani che, – come in altre stagioni passate – siano incisivi sui problemi vitali delle persone e della società: dal lavoro alla famiglia, dalla difesa della salute, a quella dell’ambiente e dei migranti. E tenendo presente che l’“opzione preferenziale dei poveri” – l’ha scritto Francesco nell’Evangelii gaudium – «per la Chiesa è una categoria teologica prima che culturale, sociologica, politica o filosofica».

Nella lunga storia delle Settimane sociali (dal 1907), solo due erano state dedicate al lavoro. Entrambe legate a momenti significativi per il Paese: nel 1945 era seguito l’Articolo 1 della Costituzione; nel 1970 lo Statuto dei lavoratori. La Settimana sociale di Cagliari intende dare vita a un nuovo Patto sociale per il lavoro che, come ha detto Bassetti, «oltre alla salvaguardia della dignità umana sappia, al tempo stesso, creare occupazione e sviluppare veramente l’Italia con un progetto e non solo con misure emergenziali». Su questo si misurerà l’unità, oltre che l’incisività, dei cattolici nella vita sociale italiana. Il cantiere è aperto.

Antonio Sciortino

Banner Gazzetta d'Alba