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Smentito il cronoprogramma, il carcere di Alba non riaprirà prima del 2019

Smentito il cronoprogramma, il carcere di Alba non riaprirà prima del 2019

ALBA Gara d’appalto nei primi mesi del 2018 e conclusione dei lavori entro un anno dall’incarico affidato alla ditta aggiudicataria: ad oggi è questo il destino dell’istituto carcerario Giuseppe Montalto di Alba.

Ad affermarlo è il ministro della Giustizia Andrea Orlando, interrogato durante il question time di oggi pomeriggio – 22 novembre – dal deputato albese Mariano Rabino.

Al centro del quesito, il cronoprogramma diffuso a ottobre dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria circa i lavori all’impianto idrico da svolgere nella parte della struttura ad oggi inutilizzata e per i quali sono già stati stanziati 2 milioni di euro.

Il documento dava per certa la conclusione della progettazione entro ottobre e la totale riapertura del carcere entro la fine del 2018. Termini che fin da subito hanno fatto storcere il naso al garante comunale dei detenuti, Alessandro Prandi, che aveva ipotizzato la conclusione dei lavori non prima della fine del 2019.

Un’ipotesi confermata oggi dal ministro: “Per problemi inerenti alla progettazione esecutiva, contrariamente a quanto affermato in precedenza, la gara per l’aggiudicazione dei lavori si terrà nei primi mesi del 2018 e i lavori saranno conclusi entro un anno dalla consegna all’impresa aggiudicataria”. E ha aggiunto: “In base agli ultimi aggiornamenti forniti dall’amministrazione penitenziaria, non sono ravvisabili motivi che inducano a formulare previsioni negative circa l’attuazione del programma.

Proseguirò in ogni iniziativa  di stimolo affinché la casa di reclusione di Alba possa essere riattivata senza ulteriori ritardi, vigilerò sullo svolgimento delle procedure e  nel caso assumerò le iniziative necessarie”.

Così ha replicato Mariano Rabino: “Questa risposta conferma i dubbi del garante Prandi: tra la gara d’appalto, l’aggiudicazione dei lavori e la loro consegna entro un anno, si prevede la riapertura del carcere nel corso del 2019, se non si assisterà a ulteriori ritardi.

Sono dichiaratamente insoddisfatto sul funzionamento del Dipartimento, che su questo tema  ha dimostrato una serie di inefficienze che non possono essere censurate”, ha dichiarato, per poi concludere: “Questi sono esempi pessimi di pubblica amministrazione, che mortificano un’articolazione così importante dello Stato. La realtà è che oggi nel carcere di Alba ci sono 100 agenti per 46 detenuti, mentre la struttura dovrebbe arrivare ad ospitarne fino a 145: non si lavora così”.

Francesca Pinaffo

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