Ad Alba, Christian Antonini, lo scrittore che sta con i ragazzi

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Greta Rizzolo e Christian Antonini

CULTURA Christian Antonini, vincitore dell’ultima edizione del Gigante delle Langhe, ha incontrato gli studenti delle classi prime e seconde della scuola media Pertini di Alba il 6 dicembre.

Christian Antonini è uno che sta con i ragazzi. E non metaforicamente. Anche durante gli incontri con gli studenti delle classi prime e seconde della scuola media albese Pertini, mercoledì 6 dicembre, lo scrittore ha annullato le distanze, abbandonando il tavolo dei relatori, nel palazzo Giacomo Morra. «Crea una barriera, mentre io sono per abbattere i muri», ha dichiarato l’autore di Fuorigioco a Berlino, il libro edito da Colibrì, con il quale, si è aggiudicato la vittoria al Gigante delle Langhe il 30 marzo 2017.

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Da sinistra: Davide Morosinotto e Christian Antonini

Ad Alba, Antonini ha camminato tra i ragazzi, li ha coinvolti in un gioco di giornalismo, ha risposto alle loro domande sul libro, ascoltato e letto i frutti dei laboratori di lettura e scrittura realizzati a scuola in seguito alla lettura del suo volume.
«I ragazzi non hanno filtri. Se un libro piace, il loro entusiasmo è palpabile e caldo come una coperta», ha commentato, stanco ma felice Antonini, al termine dell’incontro, organizzato dall’istituto comprensivo Quartiere Moretta.

Milanese, giornalista, ha galvanizzato i ragazzi raccontando i suoi esordi lavorativi: «Scrivevo per una rivista di videogiochi, dovevo giocare con tutte le novità e scriverne le recensioni». Con la sua fuga verso la montagna: «Mia moglie Simona ed io volevamo un giardino per far giocare all’aperto nostra figlia Sofia e così ci siamo trasferiti in Val Sassina. I primi anni facevo il pendolare, 5 ore di viaggio ogni giorno. Sono state utili: in treno ho scritto il mio primo libro». E col racconto di un sogno avverato. Antonini è uno dei giovani scrittori che appartengono a quella fucina letteraria formatasi, qualche anno fa, intorno allo scrittore acquese Pierdomenico Baccalario, firma di punta della letteratura per ragazzi contemporanea. Con lui, Davide Morosinotto, Tommaso Percivale, Davide Calì, Gabriele Clima e tanti altri ancora. Un modo nuovo di intendere la scrittura, senza gelosie e personalismi, con cooperazione. «È esattemente il mondo in cui voglio lavorare», afferma, precisando: «Il nostro è un circolo collaborativo: un’esperienza piena di energia, appagante, entusiasmante. Ci troviamo almeno una volta all’anno, per confrontarci, chiedere consigli, scambiarci spunti narrativi. Mettiamo sul tavolo le storie, le ambientazioni e ognuno sceglie quella che sente propria, la sviluppa».

«Fuorigioco a Berlino è nato così», spiega Antonini.«Volevo una storia corale, con più personaggi, che giocavano. In Europa, perché il mondo statunitense è difficile da rendere se non lo vivi e lo conosci bene. In un passato non lontano. Dove avrebbero potuto giocare, a cosa? La risposta naturale fu “a calcio, in strada”. Cosa avrebbe impedito loro di finire la partita? “Un muro”. Immediato l’aggancio con il 1961 a Berlino. Ma volevo che la politica restasse un rumore di fondo, la prospettiva quella delle stringhe slacciate, del pallone che si perde a Est, dei bambini, le cui storie si intersecano con la Storia». In questi anni sono stati diversi i libri di narrativa per ragazzi ambientati non più in tempi fantastici ma in momenti storici precisi. «Amo questa “tecnica” perché è stimolante e anche utile: avvicina episodi storici salienti ai ragazzi e li fa riflettere. Ognuno di noi vive nella Storia, ma, nel suo presente, non se ne rende conto».

Valeria Pelle

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