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Händel, Vivaldi, Bach l’8 grande concerto in San Domenico

Händel, Vivaldi, Bach l’8 grande concerto in San Domenico

CONCERTO Un appuntamento da non perdere venerdì 8 dicembre alle 21: nella chiesa di San Domenico ad Alba torna infatti “Aspettando Natale”. In collaborazione con Gazzetta d’Alba – che festeggia il suo compleanno numero 135, offrendo il concerto ad amici, simpatizzanti e lettori –l’associazione corale Intonando sceglie tre giganti della musica classica per celebrare uno dei più elevati momenti artistici in città: Antonio Vivaldi con il suo Beatus Vir, Johann Christian Bach e Georg Friedrich Händel (con l’Utrecht Te Deum).

A eseguire le composizioni dei tre maestri saranno i solisti del coro giovanile e il coro Intonando, diretti dal maestro Franco Biglino. Composto da circa 30 elementi, il team negli ultimi anni ha approfondito lo studio della vocalità e lo sviluppo del suono. È stato inoltre promotore di importanti iniziative quali convegni di musica, concerti spirituali ed eventi letterari (in collaborazione con Torino spiritualità e la comunità monastica di Bose) e ha tenuto numerosi concerti nelle principali città piemontesi. Nel 2009 ha inciso il suo primo Cd dal titolo Quando nell’ombra, 11 composizioni corali di Elena Camoletto su melodie tratte dai canti della devozione mariana. Dalla collaborazione con il grande pianista italiano Beppe d’Onghia è poi nata una composizione sinfonico-corale dal titolo Sogni-Variazioni su temi di Lucio Dalla.

Parliamo con Francesco Cordero, presidente dell’associazione Intonando.
Perché Händel, Cordero?
«Da sempre Intonando si pone l’obiettivo di far crescere il proprio organico corale attraverso partiture sempre più sfidanti. Per questa trentatreesima edizione di “Aspettando Natale” e in occasione dei 135 anni di Gazzetta la scelta è caduta su Händel, che richiede una solida tecnica vocale. Il Te Deum HWV 278 è il primo importante lavoro sacro su testo inglese del compositore: gli fu commissionato per celebrare la pace stipulata a Utrecht nel 1713 dopo la guerra di successione spagnola. La scelta di questa composizione ribadisce il valore dell’armonica coesistenza, stella polare di ogni nostra attività in un momento storico carico di tensioni e guerre poco raccontate. Il Te Deum è scritto in forma di verse anthem, tipica composizione vocale inglese che alterna parti solistiche e coro, e prevede sei solisti (due soprani, due contralti, tenore e basso), coro a cinque parti e strumenti. L’Utrecht Te Deum segnò l’inizio della sfolgorante carriera di Händel in terra britannica, decretandone un successo che non si attenuò mai».

Matteo Viberti

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