Oggi gli insegnanti diplomati manifestano

Oggi gli insegnanti diplomati manifestano

Non è stato un buon Natale per gli insegnanti in possesso di un diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002: proprio pochi giorni prima, il 20 dicembre, il Consiglio di Stato a sezioni riunite ha emesso una sentenza in via definitiva disponendone l’esclusione dalle graduatorie a esaurimento a cui sono iscritti i docenti in possesso di abilitazione all’insegnamento e che sono utilizzate per l’assunzione in ruolo. In base a questo provvedimento i diplomati magistrali dovranno essere inseriti nelle graduatorie d’istituto, che vengono utilizzate per le supplenze annuali e temporanee. Negli ultimi anni altre cinque sentenze del Consiglio di Stato avevano invece inserito i diplomati nelle graduatorie a esaurimento.

In Italia sono coinvolti 43.600 insegnanti, di cui 6mila in Piemonte, e di questi 1.600 a Torino e 600 nella Granda: «Uno degli aspetti che ci tocca maggiormente è che a seguito di un sondaggio interno sulle famiglie coinvolte abbiamo appurato che la metà di queste è monoreddito, cioè vive con lo stipendio del solo insegnante in casa. Inoltre negli incontri all’Usr a Torino, dei quali il più recente il 3 gennaio, abbiamo sottolineato come la sentenza plenaria getti in mezzo alla strada tutti i diplomati magistrali, compresi anche i facenti parte di categorie protette», spiega Carla Traverso del gruppo Insegnanti piemontesi diploma magistrale, che a Bra presiede l’associazione Noi per te che si occupa di tutela ai disoccupati e disabilità: «All’incontro erano presenti anche rappresentanti di classe che non ci stanno all’interruzione didattica che si prospetta. In coesione con Cub e Cobas abbiamo sfilato per la città al grido di “La maestra non si tocca”, fino sotto al palazzo della Rai dove finalmente abbiamo ottenuto di poter rendere pubbliche le nostre rimostranze».

Il gruppo si dichiara non soddisfatto dell’incontro del ministro Fedeli con le grandi sigle sindacali del 4 gennaio e auspica una significativa adesione alla manifestazione dell’8 gennaio: «La manifestazione principale sarà a Roma, dove invitiamo tutti a partecipare, e per chi non potrà recarsi nella Capitale saremo anche a Torino e in tutte le principali piazze d’Italia. Il presidio in corso Vittorio Emanuele davanti all’Usr inizierà dal mattino, poi seguirà la manifestazione. Ci aspettiamo che il provveditore prenda le redini di questa situazione».

a.r.

L’eurodeputato Cirio: «Porteremo la loro voce a Bruxelles»

«Lunedì ricomincia la scuola dopo le vacanze di Natale, ma per migliaia di insegnanti il 2018 non inizia bene. Sia come papà che da ex assessore all’Istruzione di una delle regioni più grandi d’Italia, penso che questa situazione sia assurda. Io sto dalla parte degli insegnanti e farò in modo di portare la loro voce a Bruxelles».

A parlare è Alberto Cirio, oggi parlamentare europeo e già assessore all’Istruzione della Regione Piemonte dal 2010 al 2014, intervenendo sullo sciopero indetto lunedì 8 gennaio per protestare contro la sentenza del Consiglio di Stato che, a fine dicembre, ha stabilito in via definitiva che gli insegnanti in possesso di un diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002, ma privi della laurea, dovranno essere esclusi dalle graduatorie a esaurimento.

«Significa che decine di migliaia di insegnanti, dopo aver subito il precariato per tantissimi anni, non potranno più ottenere un posto di ruolo. Alla faccia della “buona scuola”, questo è un altro dei pasticci che ci ha regalato chi ci governa, perché la soluzione va trovata per vie politiche non giuridiche», prosegue Cirio.

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